A Casola una fiorente piazza dello spaccio: tre persone arrestate

Tre spacciatori arrestati, due giovani denunciati per danneggiamento aggravato e la scoperta di una fiorente piazza dello spaccio in un piccolo centro dei Lattari che conta appena 4 mila abitanti, Casola di Napoli. Questo è quanto è stato scoperto dagli agenti del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia che hanno condotto delle accurate indagini, guidati dal primo dirigente Luigi Petrillo e dal vicequestore Stefania Grasso, su ordine del Procuratore Aggiunto del Tribunale di Torre Annunziata, Raffaele Marino. Ieri mattina, i poliziotti stabiesi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale torrese per il reato di spaccio di canapa indiana. In manette sono finiti il pluripregiudicato Umberto Longobardi, 34 anni, scarcerato pochi mesi fa e immediatamente trasferito nel carcere di Poggioreale; insieme a lui, ai domiciliari, sono finiti gli incensurati Giuseppe De Rosa, 24 anni, e Ciro Sansone, di 25. Le indagini sono state condotte nei mesi di maggio e di giugno dalla squadra investigativa del commissariato stabiese: appostamenti, pedinamenti, controlli, sequestri di stupefacente e riprese filmate, attività grazie alle quali è stato possibile documentare le responsabilità dei tre spacciatori che “commercializzavano” canapa indiana in piazza, nei pressi di un parco giochi, a Casola di Napoli. Secondo gli inquirenti, l’attività illecita accertata rientrerebbe in un più ampio contesto criminale che ha il controllo di tutte le attività illecite nella zona e che gode di una fitta rete di protezione realizzata attraverso numerosi fiancheggiatori. Per gli inquirenti non c’è dubbio che il territorio casolese sia pienamente controllato dalla criminalità organizzata. Ciò sarebbe dimostrato da un altro episodio, avvenuto proprio durante gli appostamenti di agenti in borghese. Due giovani, il 19enne Catello Cuomo e il 23enne Domenico Coppola, denunciati a piede libero, si sono resi protagonisti di azioni di contrasto al personale in borghese, colpendo i veicoli in cui erano appostati gli agenti impegnati nelle indagini. E ciò a dimostrazione della capillare sorveglianza del territorio: non era infatti sfuggita alla loro attenzione la presenza di un veicolo “sconosciuto”. A quanto pare, ancora una volta viene confermato che, nel territorio dei Lattari, il traffico di stupefacenti costituisce I’unica fonte di reddito di interi nuclei familiari. A parziale dimostrazione di tale tesi, in estate c’è la scoperta quasi quotidiana di piantagioni di cannabis indica disseminate tra i comuni di Lettere, Casola, Gragnano e Sant’Antonio Abate, ormai diventati vere e proprie piazze dello spaccio di “erba”.

Dario Sautto

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