Lieto epilogo per la vicenda Fiat di Pomigliano

Finalmente può dirsi conclusa la vicenda che riguarda il futuro della Fiat a Pomigliano d’Arco. E’ stato siglato infatti la scorsa settimana un accordo tra l’amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne, e le sigle sindacali Fim, Fismic, Uilm, e Ugl, mentre la Fiom è rimasta sulla sua posizione di contrarietà all’accordo. L’accordo prevede la produzione della nuova vettura Fiat Panda presso il G. Vico di Pomigliano, ma solo nel 2012. Dunque un dato di fatto, la vicenda è chiusa, l’unica discordanza resta tra chi può dichiararsi soddisfatto e chi invece come la Fiom continua ad esprimere le proprie perplessità in relazione ad alcuni punti dell’accordo che si ritengono fortemente compressive dei diritti dei lavoratori, anni e anni di battaglie che secondo la federazione metalmeccanici della Cgil andrebbero persi, con lo statuto dei lavoratori e la carta costituzionale che diventerebbero carta straccia. Noi ci sentiamo di condividere le preoccupazioni della Fiom, ma allo stesso tempo occorre interrogarsi sul se le sigle sindacali e la politica nel ruolo di mediazione tra Fiat e sindacati stessi, abbiano fatto il proprio dovere fino in fondo, poiché l’alternativa all’accordo sarebbe stata inevitabilmente la chiusura dello stabilimento pomiglianese, e forse la mancanza di una via di mezzo tra le due alternative è proprio la cosa più grave. Chi invece è stato fin dall’inizio favorevole all’accordo è il sindaco di Pomigliano dott. Lello Russo che in merito all’ufficialità di questo accordo ha dichiarato con un comunicato stampa quanto segue : «E’ una giornata felice per Pomigliano d’Arco e per il sud Italia. Oltre al dato positivo consistente nel fatto che la Fiat ha avuto fiducia nelle maestranze del Sud, ci sono 15 mila famiglie che possono tirare un sospiro di sollievo e sperare in un nuovo trend che spinga altre industrie italiane ad investire nei nostri territori. Ora è importante che con la sfida della Panda – conclude il sindaco di Pomigliano – si dimostrino le nostre capacità produttive».

Massimo Venturi

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