Un imprenditore romano era finito nella morsa dell’usura torrese. Stamattina gli agenti della Squadra Mobile di Roma e del commissariato Prati hanno arrestato in flagranza di reato cinque persone responsabili di estorsione, usura e sequestro di persona. In manette sono finiti tre romani e due persone originarie di Torre Annunziata, tutti pregiudicati. L’imprenditore, un 40enne romano, era stato pestato dai suoi aguzzini in strada la scorsa settimana. Per salvare la sua azienda di servizi, il 40enne era caduta nelle rete dell’usura. Inizialmente aveva chiesto un “prestito” da 5 mila euro, poi è arrivato a chiederne 50mila e a restituirne 200mila. Gli usurai non lo mollavano e, anzi, la scorsa settimana in 4 l’hanno braccato nel quartiere Prati, nei pressi di una fermata dell’autobus, pestandolo a sangue in strada, prima di caricarlo su un suv per sequestrarlo alcune ore in un appartamento in zona Cassia. Per fortuna qualcuno aveva assistito al pestaggio ed aveva avvertito la polizia: in poche, gli agenti hanno ritrovato l’imprenditore, in fuga dal covo degli usurai. Il racconto dell’accaduto ed un finto appuntamento a tre usurai del gruppo in piazza Mazzini, sempre in zona Prati, per il pagamento di 5 mila euro, ha permesso di sorprendere in flagranza di reato gli usurai ed arrestarli. Tra loro, appunto, due torresi. In manette sono finiti Luigi Zannini detto “il picchiatore”, 45enne di Torre Annunziata, come Michele Dalfino detto “lo zio”. Assieme a loro tre romani: Alessandro Bellicampi, 34 anni, Leonardo Sapielli, 56 anni e Amedeo Taddei “il vecchio”, 63 anni.