Il Gazzettino vesuviano | IGV

Commiato per Padre Raffaele del Duca: dopo un quarto di secolo di sacerdozio a Trecase, il parroco lascia la sua comunità

Le campane della chiesa “Santa Maria delle Grazie e San Gennaro”  che annunziavano la messa vespertina di questa  seconda decade di luglio sembrava suonassero ancora di più a distesa. Mandavano nell’aria un acuto segnale per la cittadina pedemontana vesuviana. Lasciavano presagire il distacco di un prezioso tassello da un grande puzzle costruito in simbiosi con l’intera Comunità Parrocchiale nell’ arco di quest’ultimo quarto di secolo. Ultima messa da celebrare nella Chiesa madre trecasese dal reverendissimo parroco don Raffaele Del Duca che da questo mese di luglio, su nomina del Cardinale Crescenzio Sepe, è stato trasferito a reggere la chiesa “Sant’Antonio a Brancaccio”  nella sua città natale, Torre del Greco. Don Raffaele del Duca, un candido, che per 25 lunghi anni ha dato lezioni di vita all’intera comunità trecasese  lascia i suoi  fedeli nell’acuta amarezza del distacco. A nulla sono valse le suppliche e gli inviti a restare in loco: la decisione presa a suo tempo è stata del tutto normalmente formalizzata.

– Don Raffaele del Duca, nato a Torre Del Greco il 30 maggio del 1959, da Salvatore e Maria Palumbo, primo di sette figli, il 30 settembre 1976 entrò in Seminario. Il 26 marzo 1986, per l´imposizione delle mani di S.E.za il Cardinale Corrado Ursi, Arcivescovo Metropolita dell´Archidiocesi di Napoli venne ordinato Sacerdote . I primi mesi di ordinazione, li ha vissuti nella sua parrocchia di origine e di appartenenza ( Santa Maria del Principio in Torre Del Greco). Nel novembre del 1986 fu inviato come collaboratore al Parroco pro tempore di Santa Maria delle Grazie in Trecase, Don Ciro Esposito. Nel 1987 divenne Vicario cooperatore del Parroco pro tempore di “Santa Maria delle Grazie”, Don Antonio Panariello. Nel 1989 divenne Parroco ” in solidum ” con Don Antonio Izzo nella stessa parrocchia. –

E già dai primi rintocchi delle campane  c’era gente in chiesa ad affollarla  sino a gremirla e poi ostruendo finanche l’ingresso principale. Una messa che ha  avuto inizio con la solita puntualità ed è stata officiata metodicamente sino all’eucarestia tra ampi sospiri e lunghi silenzi dopo di che ci sono stati alcuni passaggi con testimonianze da parte dei vari gruppi parrocchiali intervenuti al commiato, toccanti e commoventi sino a far passare le lacrime negli occhi di quelli più sensibili e alla fine un grazie commovente composto a lettere cubitali sul petto dei giovani della parrocchia. Molto significativa e tanto mirata la missiva redatta dal Consiglio Pastorale letta dal segretario Eduardo Villano che riportiamo di seguito.

–      Reverendo Parroco, quale segretario del Consiglio Pastorale, è toccato a me l’arduo compito di rivolgermi a Voi a nome di tutti i nostri componenti.

Questo particolare e commovente momento che in uno con le numerosissime persone della parrocchia sempre ligi ad apprezzare il Vostro operare mirato al bene di tutta quanta la comunità, non avremmo voluto mai viverlo.

Con il cuore carico di emozione, diciamo al Signore e in particolare a Voi, caro Padre Raffaele ” Grazie “.

Grazie per quanto ci avete insegnato.

Grazie per  quello che ci avete donato spiritualmente. Grazie per tutto il tempo che, sempre con amore, ci avete dedicato.

Al contrario di ciò che è stato detto, in una rapida esposizione, ricordiamo l’impegno da Voi profuso per la ristrutturazione della nostra chiesa da lungo tempo danneggiata: I restauri effettuati ai quadri e alle statue nonché le varie strutture e le attrezzature da Voi volute e ottenute sempre nella massima trasparenza.

E come dimenticare le varie peregrinatio, le gite, le molteplici attività programmate, organizzate e sostenute con tanti sacrifici per le numerose persone che, continuamente hanno risposto, collaborato e condiviso la linea parrocchiale; quella linea parrocchiale da Voi scelta.

E la preziosa collaborazione in seno al Consiglio Pastorale: il rispetto vicendevole Vostro e nostro nelle decisioni da prendere che hanno sempre gettato semi di umiltà, gioia e condivisione apprezzati dall’intera comunità.

(I vari settori che hanno sempre vissuto e regalato momenti di serenità, di altruismo e spiritualità anche se insieme ai tanti, tantissimi momenti di crescita, tal volte, si sono avuti momenti di infinita tristezza,  di delusione, di chiusura completa da parte Vostra … e noi, sempre più vicini.

Li conosciamo e li abbiamo vissuti con voi, rispettando sempre il Vostro silenzio, la Vostra discrezione.)

La Vostra umiltà, da alcuni è stata giudicata come segno di debolezza, incapacità e, per assurdo, causa di rottura fra persone della comunità.

L’arroganza, il non rispetto, l’intraprendenza, la non comprensione per come ogni essere umano è composto, sempre diverso l’uno dall’altro, nel modo di pensare e agire, Vi hanno piegato con dolore, sofferenza e amarezza.

Il Vostro atteggiamento e il nostro operato di Consiglio Pastorale, sovente, è stato denigrato con forza, anonimamente e non, e voi senza mai difenderVi ci avete chiesto il silenzio, la sopportazione.

Alla fine, esausto, siete stato piegato e quindi la decisione di andare via.

Il Consiglio Pastorale ha sperato e rispettato fino all’ultimo la Vostra volontà a non reagire, il Vostro invito a restare calmi, ma conoscendoVi alla fine ha colto il Vostro desiderio di restare anche per le numerose e profonde attestazioni di stima e conforto ricevute dai vari gruppi e associazioni sull’intero territorio.

La decisione presa dai vostri superiori per evitare motivi di ulteriore dolore per Voi, purtroppo è valsa su tutto e tutti.

Abbiamo perduto un grande sacerdote, uno spiritualista, un umile uomo, un grande figlio di Trecase, possiamo tranquillamente affermarlo dopo 24 anni di permanenza fra noi.

Padre Raffaele ricordateVi, saremo sempre e comunque vicini nella preghiera e Vi diciamo ancora grazie  per il bene donato, e speso bene  per questa comunità.

Come diceva il Beato Vincenzo Romano: – Il male non apparterrà mai a voi perche da voi non si è mai generato, né spiritualmente né materialmente né fisicamente. –

Vi porteremo gelosamente nel nostro  cuore sapendo di aver perduto il nostro faro a causa della cattiveria che imperversa nell’ animo umano.

Resterete per sempre l’immagine del vero sacerdote, servo di Dio e di tutta la comunità. –

La missiva, tanto applaudita dai numerosi fedeli che affollavano la chiesa, è stata, poi, stampata in manifesto ed affissa quale lettere aperta alla indirizzata alla cittadinanza  trecasese. Intanto, ancora, in questi giorni a Trecase regna un vuoto, un grande vuoto; forse difficilmente colmabile.

Manca quella grande figura che col suo immenso silenzio riusciva sempre a suscitare grandi scalpori,  consapevole che tutto si può dire anche senza proferire alcuna  parola.

Nino Vicidomini

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