Il Ministro per i beni culturali, Sandro Bondi, ha invitato l’altro giorno i giornalisti a visitare gli scavi di Pompei per apprezzarne il salvataggio compiuto dal “suo” commissario straordinario della protezione civile che ha espropriato i “suoi” archeologici di tante competenze e, soprattutto, del prestigio.
Viene da chiedersi: ma il Ministro li ha visitati recentemente gli scavi ed ha visto il “Nuovo teatro degli scavi di Pompei” dopo lo scempio del “non restauro” che ha cancellato l’antico Teatro Grande per sostituirlo con un anonimo ed orribile “nuovo teatro”?
Certamente non ha visto nulla e quando ha potuto si è coperto gli occhi per non vedere e non sapere. Avrebbe potuto e dovuto vedere, ma non lo ha fatto, quanti scempi archeologici e quante violenze hanno subìto e stanno ancora subendo gli scavi di Pompei.
Molti soldi degli oltre sessanta milioni disponibili sono stati spesi malissimo e tanti altri sono ancora in corso di sperpero, perché, a volere essere benevoli, lontani dagli scopi e dagli obiettivi della tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico.
In tanti non hanno visto, ma in molti hanno fatto finta di non vedere e intanto Pompei sprofonda sempre più nel degrado, più grave di quello compiuto dal tempo e dai turisti, perché generato da un provvedimento folle e notoriamente” inquinante” quale è quello del ricorso alle ordinanze di protezione civile anche per gestire un delicato e preziosissimo patrimonio culturale.
La Corte dei Conti ha già aperto un’indagine e chiesto di verificare “i conti”, mentre alcune Procure stanno indagando sul resto.
Il futuro non è affatto positivo, nonostante il tentativo già annunciato di far gestire gli scavi ad una Fondazione in cui i privati dovrebbero collaborare attivamente. La proposta e la sua fattibilità sono allo studio. Ne vedremo gli esiti e capiremo, oltre i proclami, chi si occuperà con responsabilità del futuro degli scavi. Intanto la proposta ha il sapore di una beffa e di una svendita del “nostro tesoro”, come in molti definiscono ipocritamente il patrimonio culturale. Vedremo se la conservazione sarà l’obiettivo principale, come è sacrosanto che sia, o, invece, in nome di una non meglio definita valorizzazione (che, come compiuta negli ultimi due anni di commissariamento, dà pochi frutti al territorio limitrofo agli scavi) si distruggeranno gli scavi e si saccheggerà, in poco tempo, tutta la ricchezza che gli scavi possono produrre all’area vesuviana. I Comuni stanno a guardare, alcuni hanno detto di volere essere nella Fondazione, quasi nessuno ha capito cosa occorre fare per la conservazione e lo sviluppo dell’area archeologica pompeiana.
Gli scavi di Pompei li visito molto spesso, ma raccolgo ugualmente l’invito del Ministro Sandro Bondi e domani stesso visiterò dettagliatamente il monumento pompeiano.
Caro Ministro le farò sapere, anzi le propongo perché una visita a Pompei non la facciamo insieme? Avrei da mostrargli molte cose che non mi piacciono, perchè non le giudico in sintonia con gli obiettivi di conservazione e di “sana” valorizzazione del monumento archeologico pompeiano che, non dobbiamo dimenticarlo, non è una proprietà privata italiana ma è riconosciuto dall’Unesco, “Patrimonio dell’Umanità”.
L’umanità che vive oltre l’Italia potrebbe ribellarsi per come trattiamo il “loro patrimonio” di cui siamo custodi e presentarci un conto salatissimo fino all’interdizione dal compito di gestori. Altro che Fondazione! E poi, caro Ministro, troveremo anche il tempo per individuare un monumento di Pompei da dedicare al Presidente del Consiglio, tanto caro a Lei e alla maggioranza degli italiani, rinnovando una tradizione che Pompei, nella sua recente storia, ha sempre riservato ai regnanti.
Antonio Irlando