Abbattere le barriere architettoniche e le barriere mentali che si frappongono ogni giorno dinanzi alle persone diversamente abili. Questo è l’obiettivo primario della Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) fin dalla sua nascita. Lo spiega Francesco Prisco, presidente della sezione di Ottaviano della Uildm, che opera anche nell’ambito di Comuni limitrofi, quali San Giuseppe Vesuviano, Palma Campania, San Gennaro Vesuviano, Poggiomarino, Terzigno. Presidente, quando è nata l’idea di aprire una sede della Uildm nelle zone vesuviane? “Essendo anch’io distrofico, andavo di frequente a farmi visitare da esperti. Proprio loro mi parlarono per primi di questa associazione. Da qui nacque l’idea di aprire una sede nei nostri territori. Dopo vari anni di volontariato svolti presso la sede più vicina, quella di Saviano, finalmente abbiamo potuto beneficiare di una sede nostra. Attualmente siamo ospiti di due stanze avute in comodato d’uso dal Comune di Ottaviano”. Quali sono le attività che svolgete a sostengo delle persone diversamente abili? “Portiamo avanti vari progetti, su tutti la raccolta di fondi per la ricerca attraverso Telethon. L’anno scorso abbiamo avuto un risultato eccezionale con ben 15mila euro raccolti. Per quest’anno puntiamo a superare quota 16mila. Voglio ricordare anche la giornata nazionale Uildm durante la quale, attraverso la vendita di alcuni prodotti, si raccolgono sempre fondi destinati alla ricerca scientifica su queste terribili malattie. Un’altra iniziativa che voglio ricordare è stata quella organizzata insieme al Consorzio cimiteriale di Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano. In occasione delle giornate dell’1 e 2 novembre dello scorso anno, i nostri volontari si sono offerti di accompagnare le persone in carrozzina a rendere omaggio ai propri cari defunti”. Qual è la situazione attuale riguardo alle problematiche sulle persone diversamente abili nelle zone in cui opera? “La situazione è quasi disastrosa. Purtroppo le ASL non possono far fronte alle nostre richieste per gravi mancanze di fondi. Per molte persone bisognose non è possibile nemmeno disporre di una sedia a rotelle. Le barriere architettoniche purtroppo esistono ancora. Addirittura alcune chiese sono inaccessibili per chi come me è diversamente abile”. L’ultima vostra iniziativa è stata il primo concorso nazionale di poesia sul tema della disabilità, intitolato “Io esisto”. Quale bilancio possiamo fare a riguardo? “Il concorso in questione è nato da un’idea mia e di due amici dediti alla poesia, il poeta ottavianese Alfonso Severino e Maria Ronzino, anch’ella poetessa e disabile come me. Abbiamo un riscontro inaspettato, con ben centocinquanta poesie giunte da tutta Italia. La serata della premiazione ha visto la partecipazione di persone provenienti dalle più diverse parti d’Italia. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo evento, in particolar modo il Comune di Ottaviano, che ci ha ospitati nella Casa Comunale della frazione di San Gennarello, e il Comune di San Giuseppe che per l’occasione ha donato anche una somma che ci permetterà di stampare un libro che raccoglierà le migliori cinquanta poesie. Ringrazio anche la stampa che si è interessata alla nostra iniziativa, e chi come voi ha dato spazio a temi così delicati e spesso dimenticati”.
Antonio Averaimo