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Ex Asl Napoli 5: 37 milioni di sprechi, la finanza denuncia 35 dirigenti

Troppi sprechi nella gestione sanitaria: è questa l’accusa per 35 dirigenti dell’ex Asl Napoli 5, denunciati ieri dalla Guardia di Finanza di Napoli alla Procura Regionale della Corte dei Conti. Un rapporto è stato inviato anche alla Procura di Torre Annunziata per l’accertamento dell’eventuale reato di abuso in atti d’ufficio.  A condurre la delicata e complicata indagine, che ha portato alla scoperta di uno sperpero di circa 37 milioni di euro, i finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica, coordinati dal colonnello Alessandro Barbera  e dal capitano Giacomo Cilì Bellomo. Stando alla documentazione raccolta e analizzata dalle fiamme gialle, 33 milioni di euro sarebbero stati spesi per pagamenti eccedenti le capacità operative massime in favore di alcuni centri sanitari accreditati, mentre altri 4 milioni sarebbero stati corrisposti a personale infermieristico in assenza dei presupposti di legge mentre ben altri.

I più elevati pagamenti indebiti di prestazioni sanitarie sono quelli destinati alla riabilitazione: radiodiagnostica, fisiokinesiterapia e analisi sono stati i maggiori “beneficiari” degli sprechi di danaro pubblico. In pratica, l’85% delle strutture sanitarie private è coinvolto nell’inchiesta. Per gli inquirenti si tratta di un “fenomeno diffuso” che ha portato un enorme sperpero di denaro. Le prestazioni effettuate andavano oltre i limiti previsti e oltre le richieste dell’Asl, ovvero gli operatori privati offrivano servizi senza tener conto dei parametri fissati inizialmente. Ciò non significava un migliore servizio, anzi veniva offerta una prestazione peggiore e con la spesa che cresceva. Per i finanzieri, le strutture sanitarie accreditate superavano il tetto massimo di prestazioni erogabili, andando ad esigere il pagamento delle stesse a seguito di decreti ingiuntivi. Una gestione fuori controllo che ha fatto lievitare di almeno 6 milioni di euro il debito, tra spese legali e interessi.

Per quanto riguarda i pagamenti indebiti delle indennità corrisposte al personale infermieristico, l’Asl ha perso oltre 4 milioni di euro, anche se sono già partite le attività di recupero. Nel mirino delle fiamme gialle sono finiti coordinamento, malattie infettive, terapia intensiva e sub intensiva, assistenza domiciliare, rischio radiologico, indennità di turno e compensi per lavoro straordinari. In molti casi non esistevano i presupposti giuridici per richiederle: ad esempio, gli infermieri che ricoprivano solo occasionalmente il turno radiologico, non potevano chiedere il pagamento dell’indennità, così come chi sforava il numero di ore di straordinario, mentre altro caso particolare era quello legato alle malattie infettive per le quali nell’ex Asl Napoli5 non esiste alcun reparto dedicato.

Le indebite erogazioni di denaro e il rimborso di prestazioni sanitarie non previste dalle convenzioni risalgono al periodo compreso tra il 2004 e il 2008, e controlli dei finanzieri saranno estesi anche alle annualità successive.

Dario Sautto

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