Operazione della Guardia Costiera a tutela dell’ambiente tra Boscoreale e Poggiomarino

A conclusione di complesse e articolate indagini, dopo più di un anno di attività investigative, coordinate dagli inquirenti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, svolte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Ambientale Aliquote Guardia Costiera e Polizia di Stato, la Polizia Giudiziaria, in collaborazione con i militari del Comando della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, è stato possibile accertare, dal 2009 ad oggi,  un imponente gestione illecita di rifiuti effettuata in varie parti del territorio in agro dei comuni vesuviani di Poggiomarino, Boscoreale e Striano.

Questa mattina all’alba diciotto unità della Guardia Costiera e sei mezzi sono entrati in azione per esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e al sequestro di terreni ed automezzi. A subire il provvedimento restrittivo sono stati Tommaso Guadagno ed il figlio Pasquale, il primo titolare dell’omonima ditta di trasformazione di prodotti alimentari con sede in Poggiomarino, il secondo proprietario, con la sorella la cui posizione è stata al momento stralciata, di un fondo agricolo, dato in fitto al padre, fondo nel quale sono stati sversati ogni sorta di materiale pericoloso. Il terzo arrestato, Vincenzo Manzo, era un collaboratore dell’azienda familiare, in particolare aveva il compito di autotrasportatore ed era colui che materialmente trasportava i rifiuti nei terreni posti sotto sequestro.

L’operazione denominata “Triangolo delle Bermuda” ha portato alla luce un vero e proprio sestema criminale che ha avvelenato il territorio tra Boscoreale, comune in cui e sito il fondo proprietà del Guadagno, e Poggiomarino. Insieme ai rifiuti di lavorazione dell’azienda di trasformazione venivano infatti sversati i più svariati materiali e sostante tossiche ed altamente pericolose.

L’operazione di polizia di questa mattina è in linea con la politica della “tolleranza zero” in materia di illeciti ambientali perseguita dal dott. Diego Marmo, capo della Procura oplontina, dal dott. Raffaele Marino, e dalle forze di polizia operanti.

Sequestrati il fondo agricolo di circa 20.000 mq, quattro autocarri e mezzi per il movimento terra.

Nelle ore a seguire nuovi approfondimenti sul caso sempre sul nostro quotidiano online e le immagini esclusive dell’operazione di questa mattina sulla nostra Web TV.

GioSor

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