Muore l’ambiente e chi se ne frega!

Se nemmeno in questa estate ci assale un moto di ribellione contro chi vuol demolire la nostra casa, non quella abusiva, ma la mia e la vostra casa, il mondo, il nostro piccolo mondo, l’ambiente del  quartiere dove trascorriamo le maggiori ore della nostra vita, allora siamo messi male, molto male.

Il caldo, le giornate lunghe, i bagni di mare, le notti insonni  trascorse per molte ore all’aperto a trovare un fresco che ci accompagni nel sonno, sono condizioni che ci permettono di entrare in stretto contatto con l’ambiente, il nostro piccolo grande mondo.

Con il caldo sentiremo maggiormente i miasmi dei cumuli d’immondizie abbandonati selvaggiamente lungo le strade e il soffocante e paralizzante puzzo che irradiano le discariche volute da scelte governative sciagurate e collocate in pieno parco del Vesuvio, tra Terzigno e Boscoreale, dopo averle imposte con prepotenza alle popolazioni e difese con le armi dell’esercito dalle proteste legittime dei cittadini esasperati.

Poco lontano, contadini delinquenti hanno venduto le loro vite e quelle di tante persone, inquinando a Boscoreale settemila metri quadrati di terreno con lo scarico di sei tonnellate (accertate) di rifiuti tossici di ogni genere. Il risultato è stato l’avvelenamento di un’ampia falda acquifera utilizzata anche per irrigare coltivazioni biologiche presenti nei vicini comuni di Poggiomarino e Striano.

Una medaglia che si chiama devastazione ambientale, con una faccia a responsabilità pubblica e l’altra ad opera di tre criminali. Bella soddisfazione per la morte dell’ambiente e dell’uomo, con garanzia totale di catastrofe certa.

Intanto è arrivato Tom Perry, lo scalatore scalzo conosciuto in tutto il mondo, che ha girato – tra l’indifferenza generale delle autorità campane – a piedi nudi lungo il cratere del Vesuvio e lo ha fatto per urlare al mondo che la natura è agonizzante e la Terra chiede aiuto. Il Vesuvio non regge più la monnezza delle discariche e della protervia dell’uomo, ci ha ricordato, e potrebbe ribellarsi nell’unico modo che conosce e che tristemente conoscono anche le popolazioni vesuviane che abitano le sue pendici, dopo aver pianto, nei secoli, migliaia di morti.

Dal Vesuvio Tom Perry, mentre scendeva lungo una parete impervia del cratere, ha ammirato ed ha raccontato estasiato, lo spettacolo del golfo di Napoli visto da lassù. Lo ha fatto senza mai dimenticare che continuiamo ad usarlo come una pattumiera, ogni giorno, e poi ci meravigliamo quando appaiono ampie scie schiumose ed olesose durante i nostri bagni ed anche tracce di mucillagine che tecnici regionali e compiacenti (scoperti e denunziati) non hanno mai rilevato, certificando fraudolentemente, che “era tutto a posto”.

Le parole dell’economia mondiale sono “crescita e sviluppo”. Le sentiamo da tanti, ma sono in tanti ad abusarne senza produrre risultati reali, duraturi e diffusi. Il “dono” dell’ambiente naturale è un patrimonio di tutta  l’umanità, quella dove viviamo noi e quella che vivranno coloro che abiteranno la terra dopo di noi.

Affermare durante un bel bagno di mare, al tramonto lungo la costa, al fresco di una serata sul mare o in campagna che il momento che viviamo “è una bellezza”, non dovrà più essere solo un’esternazione di soddisfazione, di piacere, e, se vogliamo, un ringraziamento devoto per il Creato di cui disponiamo. E’ necessario, per l’interesse supremo dell’umanità, che diventi un’assunzione di responsabilità, un’esclamazione per farsi coraggio, di quelle che si pronunciano prima di una battaglia, una vera, determinata, responsabile e civile “lotta continua” non a difesa di corporativi interessi ideologici e di casta, ma a difesa del Bene Comune, l’ambiente naturale.

Antonio Irlando

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