Pompei: il racconto dei fedeli di Messigno, in viaggio a Scanno

Nel campo scuola adulti organizzato dal 15 al 18 luglio a Scanno per la comunità parrocchiale di Messigno (Pompei), i partecipanti hanno vissuto un’esperienza di vita comunitaria molto intensa spiritualmente e soprattutto impregnata di forte emozioni. Questo campo scuola di fede, di preghiera e meditato negli “abissi” del cuore, ha fatto nascere tante domande, alle quali tentare di trovare una risposta equivale a guadagnare “tracce fondamentali” per il nostro itinerario di vita animato dallo Spirito Santo. Si può rispondere con un gioco di parole: «Il nostro parroco, don Modestino si è servito del SERVIZIO a cui è stato chiamato dal Signore stesso, chiamato ad essere guida per gli noi fedeli e fratelli, a SVELARE il volto dell’unica e vera guida, il Signore Nostro Gesù Cristo mandato da Papà, morto e risorto per noi. Cristo non ha dato un potere da esercitare, un “piedistallo” da cui comandare, ma semplicemente un compito: aiutare tutti a scoprire il vero CAPO della Chiesa, da cui tutte le membra dipendono, a cui devono fare riferimento per svolgere bene le loro rispettive funzioni. Pietro, Paolo e tutti gli apostoli poi, attraverso la Chiesa anche oggi, ci invitano ad un viaggio tra le genti per dire a tutti che una grande novità ha cambiato la storia. D’ora in poi gli occhi del cuore ci aiuteranno a rendere sempre più salda la nostra fede; la fede ci aiuterà a vedere nel mondo sempre più segni del suo amore  in funzione di un annuncio di gioia che rende migliore la propria vita e può migliorare quella degli altri».
Dopo questi pochi giorni di cammino spirituale, quali e quante sono state le emozioni, è impensabile descriverle con solo  parole, bisogna semplicemente viverle, non esistono altre alternative. «Proviamo a fare un piccolo diario del nostro pellegrinaggio semplicemente descrivendo le impressioni di questa visita specialistica, oserei dire un’operazione chirurgica a cuore aperto, come un giardino in cui ci sono fiori da innaffiare (il bene) ed erbe da estirpare (il male). Abbiamo provato a mettere sul tavolo tutte le difficoltà della nostra vita di fede comunitaria: “Cosa mi impedisce di fare un cammino di fede totalmente COMUNITARIO? Perché mi è più semplice rifugiarmi nel “piccolo orto” della mia fede? Cosa posso fare per allargare i miei orizzonti?”  “Perché vivo?”Cosa  può rendermi felice? Non esiste una ricetta unica,una risposta univoca, ma una serie di “cose da fare” che San Paolo ci suggerisce attraverso quindici verbi scritti nella prima lettera ai corinzi. Ci siamo ritrovati con tanti volti, amici della “storia accanto”, senza i quali la mia non sarebbe storia». Di sera, rientrando nell’hotel, è stato più semplice raccogliere i pensieri, meditare su quanto fatto e detto durante la giornata; il cielo senza sole aiutava i partecipanti in un profondo viaggio nell’anima. Le onde della notte hanno spinto ad esplorare gli angoli più nascosti dell’universo interiore. «Abbiamo sperimentato, come terribile arsura, tutte le nostre debolezze, la nostra incapacità di comunicare quello che abbiamo dentro, spendere i nostri talenti. Abbiamo sentito un profumo familiare che ci ha donato gioia, come un essenza collegata ad un ricordo piacevole. “Continua, vai avanti, persevera …”. In fondo non vediamo il resto della nostra vita come la continuazione di un viaggio, dove fare i conti in ogni istante con le nostre debolezze, e da esse trarne la forza per servire chi ci sta accanto. Non riusciremo a fare tutto, ma quel poco che daremo sia sempre il “mio tutto”. Potrei raccontare ancora emozioni vissute, ma invito tutti i fedeli a venire per la prossima occasione. E’ veramente da non perdere un incontro con lo Spirito Santo….credetemi. Infine, permettetemi un grazie, senza infamia e senza lode al nostro parroco don Modestino che ha organizzato tutto questo per noi».

D.G.G.

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