Capri: le lettere private di Ferdinando IV svelate nell’ultimo libro di Nadia Verdile

Nadia Verdile

Ferdinando IV di Borbone torna a Capri. Il re lazzarone sarà protagonista, domani, alle 19.30, sul sagrato della chiesetta di Sant’Anna, nell’omonimo borgo, nella presentazione dell’ultimo libro di Nadia Verdile “Abbiamo perduto la bussola! Lettere da Capri di Ferdinando IV a Maria Carolina”, edito da Il Campano. L’evento rientra nel percorso del Gran Tour caprese, voluto dall’assessorato alla cultura e al turismo, guidato da Marino Lembo, per riscoprire i luoghi romantici dell’isola azzurra, in collaborazione con l’associazione culturale Artemussa di cui è presidente Anna Maria Boniello. Il volume della Verdile, che gode della prefazione di Raffaele La Capria, raccoglie 27 lettere inedite inviate da Capri, nella primavera del 1787, dal sovrano napoletano alla moglie. «Il re – scrive La Capria – alloggia nel Palazzo Canale che si affaccia sopra la Marina Grande. Con una calligrafia semplice ed accurata, da scolaro, racconta il suo “far niente” nell’isola: si sveglia, fa colazione, una puntatina in chiesa per sentire la messa, la caccia ogni volta che può, il pranzo, il gioco delle carte, qualche breve lettura, un po’ di musica, scrive queste lettere alla moglie, e poi va a nanna alle nove e dorme saporitamente. La sua ortografia spesso incespica, specie quando incontra la seconda lettera dell’alfabeto che lui quasi sempre raddoppia e scrive “adorabbile”, “dubbitare”, “incredibbile”, “subbito”, e così via. Ma la sua prosa diventa graziosa quando alludendo alla gravidanza della moglie e al nascituro scrive di pregare il Signore che gli faccia avere buone nuove della salute della moglie “e che il nuovo nennillo si faccia quietamente i fatti suoi nella panza”. Con la trascrizione ed il ritrovamento di queste lettere la Verdile ha aggiunto un nuovo nome alla lista dei gaudenti che hanno frequentato l’isola». Nel volume che sarà presentato da Simonetta Conti, docente della seconda Università degli Studi di Napoli, le lettere sono precedute da un saggio in due capitoli, uno dedicato ai due sovrani e l’altro a Lo Palazzo, la residenza dove, fatta eccezione per il decennio francese, il sovrano veniva ospitato due volte l’anno, in primavera e in autunno, per l’appuntamento con il passaggio delle quaglie. «In queste lettere da Capri – scrive Giancristiano Desiderio in una sua nota al libro – emerge la figura di un uomo che è a disagio nei panni del sovrano. Ferdinando vorrebbe condurre vita gaia e spensierata, libera e senza fastidi, alla napoletana si può dire, e invece è un re. I suoi divertimenti – la caccia, il gioco, gli scherzi, il dolce far niente – sono la manifestazione, imbrigliata nella vita di corte, della sua psicologia da lazzaro privilegiato». Con l’autrice, il libro sarà presentato nel cuore dell’abitato caprese, sul sagrato che dà accesso alla chiesetta trecentesca, guidata da don Carmine Del Gaudio.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano