Curiosa avventura per il calciatore della Roma 23enne Alessio Cerci in gita a Capri. Il calciatore, in vacanza insieme ad alcune amiche e amici su una imbarcazione da diporto adibita a charter, appartenente ad una società bulgara e presa a noleggio a 10mila euro tramite un’agenzia di viaggi di Roma, si è imbattuto nella pigrizia e nella mancanza di disponibilità di uno skipper di 30 anni di nazionalità rumena, il quale, dopo averli portati nel pomeriggio a capri, non avendo trovato un ormeggio nel porto per il loro lussuoso yacht «Ferretti» di 15 metri, li ha lasciati sull’isola per andare al vicino porto turistico di Marina di Stabia con l’impegno di andarli a riprendere ad una certa ora della notte. Alle due di notte Cerci ha chiamato telefonicamente lo skipper per essere prelevato da Capri e per poter dormire a bordo dello yacht.
Di mollare l’ormeggio lo skipper non ne ha voluto proprio sapere, per cui ha risposto a Cerci dicendo: «Io sono stanco, voglio dormire, voi continuate a divertirvi, se volete vi vengo a prendere domani mattina alle otto». Cerci e i suoi amici sono stati costretti a dormire per strada, visto che gli alberghi di Capri erano tutti pieni.
A questo punto il calciatore ed i suoi amici, dopo aver rappresentato i fatti al comandante Bertocci della capitaneria di Capri, si sono imbarcati sul primo aliscafo in partenza da capri ed hanno raggiunto il porto turistico di Marina di Stabia del Comune di Castellammare, per imbarcarsi nuovamente sullo yacht preso a noleggio e proseguire la crociera per l’isola di Ponza. Alla richiesta di Cerci di fornire spiegazioni del perché la notte prima non era andato a riprenderli, il comandante dell’imbarcazione piuttosto adirato gli ha risposto: «Ho anch’io il diritto di dormire». A questo punto è nata una violenta discussione verbale piuttosto animata da entrambi i lati durante la quale sono volati epiteti di troppo anche tra gli amici di cerci ed il rumeno che sosteneva di avere assolutamente ragione. Ad un certo punto il rumeno, comandante dell’imbarcazione battente bandiera bulgara, ha preso i bagagli degli ospiti e li ha sbarcati dallo yacht dicendo che non avrebbe più proseguito la crociera per Ponza con loro a bordo e che avrebbe fatto rientro da solo al porto di partenza di Ostia.
Per evitare che la discussione degenerasse e a placare gli animi c’è stato il provvidenziale intervento dei carabinieri del servizio navale del comandante luogotenente Vincenzo Amitrano in perlustrazione con la motovedetta nella giornata di Ferragosto, che, unitamente al personale della capitaneria del comandante Demetrio Raffa e del direttore del porto di Marina di Stabia, ha provato a lungo a convincere lo skipper rumeno a continuare tranquillamente il viaggio con gli ospiti e di rispettare il contratto stipulato con il calciatore. Lo skipper, asserendo che vi fossero anche motivi di sicurezza personale, ha chiesto di non continuare il viaggio e di rimanere nel porto turistico di Marina di Stabia.
Al romanista Cerci non è restato che raggiungere Mergellina e prendere, insieme ai suoi amici, l’aliscafo della Snav per l’isola di Ponza, per continuare a trascorrere gli ultimi giorni di vacanza per poi riprendere gli allenamenti con la squadra. Una vicenda che poteva avere un epilogo dai risvolti imprevedibili e che grazie al tempestivo intervento dei carbinieri del mare passerà nelle mani della giustizia civile, qualora i legali di Cerci presenteranno richiesta di risarcimento danni nei confronti dell’agenzia di viaggi di Roma, alla società di charter bulgara e allo skipper che ha comunque rovinato le vacanze al calciatore romano.
FF
DS