L’intervista comincia con le premesse che portarono alla più grande azione intrapresa contro la mafia, il maxiprocesso di Palermo, appunto, portato magistralmente avanti dai giudici Falcone e Borsellino, dei quali grasso è stato collaboratore per alcuni anni. Vengono poi analizzate, con dovizia di particolari, le cause che portarono alla morte dei giudici stessi, sulla quale è calata l’ombra di una presunta strage di Stato, e delle trattative fra Riina e i vari politici dell’epoca in un intreccio di interessi politico-criminali.
Purtroppo per noi, però, non esiste solo la mafia siciliana: coesistono, infatti, in Italia molte forme di criminalità organizzata, fra i quali non può essere trascurata la camorra, presente in gran parte del territorio napoletano e casertano. Insieme ai vari aggiornamenti sull’attuale situazione della lotta a tutte le mafie, il Procuratore Grasso ci presenta anche una serie di soluzioni e di comportamenti che tutti i cittadini possono attuare per non cadere nella rete dell’omertà e della tolleranza. Difatti, secondo il magistrato siamo noi, potenzialmente, i primi responsabili di un sostegno, anche se indiretto, alle varie reti criminali, quando per esempio acquistiamo merce contraffatta o sigarette di contrabbando.
Pierluigi Montella