Ecco le dichiarazioni di Lucarelli in conferenza stampa: «Per qualsiasi squadra non avrei atteso neanche una settimana. Napoli merita tutta la mia attesa, e alla fine sono contento di questo matrimonio. Mazzarri ha influito molto nella mia scelta. Lavorare con un tecnico che ti conosce ti agevola nell’arco di un anno. Non che ti faccia giocare quando non meriti, perchè il mister non guarda in faccia a nessuno, ma parlo solo di fiducia e caratteristiche di gioco, conosce i miei pregi e difetti.
Già da avversario questo ambiente ti trasmette qualcosa in più, da giocatore del Napoli la carica è ancora maggiore: oggi mi ha chiamato Igor Protti e mi ha raccontato cosa si prova ad entrare al San Paolo.
Nei miei obiettivi stagionali cercherò soprattutto di dare il mio contributo e, al di là del minutaggio che avrò, sarò a completa disposizione della società e della squadra. Non parlo solo del campo ma anche al di fuori, nel gruppo, per far funzionare le cose in grande armonia, mi allenerò al massimo come se fossi un titolare, poi mi metterò a disposizione del mister anche se dovessi fare zero presenze alla fine dell’anno. Chi crede che sia venuto qui a chiudere le carriera ha sbagliato, non mi conosce per niente, nella mia vita ho sempre lottato per non retrocedere, di palle gol ne ho viste poche e l’altro giorno con l’Elfsborg mi sono dannato a guardare quante palle passavano nell’area di rigore. Probabilmente nell’arco di un anno non le avrei viste tante dove ho giocato finora.
Spero di poter dare una mano: se Napoli è una scelta di cuore? Non lo dico perchè non sono ruffiano, però per venire qui ho rinunciato ad altre situazioni più vantaggiose, ma per il mio modo di essere mi sento napoletano. Sono passionale e ho sempre pensato di essere legato a questa terra. Spero di iniziare un percorso di stima e affetto reciproco anche se non so quanto lungo perchè non sono un giovanotto. In effeti non avrei mai immaginato di venire a Napoli a questa età, ma la casualità e il destino hanno voluto così. Non avrò le forze di quando avevo 18 anni, ma molte volte la volontà e la testa contano di più.
Il numero di maglia 99 è l’anno di nascita di mio figlio, ero indeciso con il 19, ma poi ho preferito l’altro anche per scaramanzia».
Ecco invece le parole del Presidente Aurelio De Laurentiis: «Lo abbiamo voluto fortemente come nostra prima punta, quanto si è detto è stato un depistaggio perchè come sempre la stampa non ci aiuta. Ringrazio la serietà professionale di padre e figlio Pozzo, ma io non conoscevo il comportamento di Denis che avrebbe potuto rifiutare l’Udinese e restare a Napoli. Per questo ho dovuto mischiare le carte e “offendere” anche pubblicamente questo ragazzo, ma appena è diventata ufficiale l’operazione Denis, ho chiamato Lucarelli.
Inizialmente non mi ha risposto non conoscendo il numero e solo quando gli ho inviato un sms mi ha richiamato e siamo stati un’ora al telefono. Si era convinto e anche avendo dato una mezza parola al viola, ha capito che i colori azzurri erano più adatti a vincere. Non me ne voglia il mio amico Della Valle, ma a Napoli sappiamo che viola è un colore strano. Cristiano ha capito che le mie parole erano sincere ed è arrivato il suo ok alla trattativa.
I giocatori che scendono in campo – ha concluso il presidente – non devono pensare a mettersi in mostra per far lievitare il loro valore o per altri motivi, questo non è attaccamento alla maglia. La nostra mentalità deve essere quella di una squadra unita che vuole raggiungere grandi traguardi. Anche chi gioca dieci minuti o sta in panchina è fondamentale se si vince o comunque si lotta con orgoglio. Questa è la mentalità di una squadra moderna. Non ci sono figli e figliastri».
Cosimo Silva