Castellammare: la storia del Pdl, riflessioni di due esponenti del partito

Nella consultazione elettorale del 28 e 29 Marzo del 2010 è emerso un dato inconfutabile che non può essere in alcun modo alterato, il centrosinistra della regione Campania e della provincia di Napoli, negli ultimi venti anni è stato un fallimento sia sotto l’aspetto politico che sotto quello amministrativo, lasciando sul terreno macerie del tessuto politico sociale e debiti astronomici che ipotecano gravemente il futuro. A Castellammare per esempio, Vozza è stato il terminale di decisioni assunte altrove come dianzi detto, ed in qualche caso si è addirittura prestato ad alimentare faide interne al centrosinistra. Quindi la vittoria del centrodestra è il frutto di un lavoro certosino di tutti i candidati, in contrapposizione alla forza di governo, lavoro per effetto del quale l’opinione pubblica, dopo aver compreso i reali termini della questione stabiese, ha concesso la propria fiducia votando il sindaco Bobbio e la sua coalizione in nome della legalità e speranza, di un concreto cambiamento nella discontinuità amministrativa e politica. I cittadini sono stati in grado di partecipare ad un progetto di rinascita a partire dalla stessa Fincantieri, considerato che lo stesso presidente Caldoro si impegnò pubblicamente sul rilancio occupazionale dei nostri cantieri. Orbene in questi giorni, a quanto è dato sapere, risulta depennato il finanziamento (vuoto e demagogico) del progetto di fattibilità del bacino di carenaggio senza però indicare alcuna alternativa. Chi dovrà sollevare il problema della deriva senza fine del nostro cantiere? Il consiglio comunale di Castellammare di Stabia non ha nulla da dire nel merito? E l’assessore al Lavoro ha intrapreso iniziative a tal proposito? Ed i candidati e rappresentanti delle quattordici liste che hanno contribuito a redigere il programma elettorale del sindaco che fine hanno fatto? E’ sopraggiunto il momento di riprendere il filo di Arianna dell’elaborazione politica del futuro della nostra città e dare voce ai giovani ed ai movimenti che hanno contribuito a voltare pagina a Castellammare al di fuori di “tecnicismi di parte”. Al contrario con uno spirito di solidarietà civile nei confronti della stessa opposizione, nel segno fermo della discontinuità, bisogna dialogare e confrontarsi su punti precisi in difesa delle Terme e dei cantieri, passando per la reggia di Quisisana, palcoscenico naturale e struttura adatta a dar corpo e sostanza alle capacità artistiche e culturali degli stabiesi, prima fra tutte la musica, vero patrimonio autenticamente popolare, così come mostrano gli esempi di Denza, Viviani e Ruccello fino al bravo Maiello dei giorni nostri. Per non parlare poi della Tess, definita dall’assessore regionale al Lavoro un carrozzone vuoto e sprecone emblema del totale fallimento di professionalità imprenditoriali partitiche improvvisate, fino al punto da continuare imperterriti a bandire una gara per la costruzione di un “call center” al servizio di un progetto fallimentare. Lo stesso dicasi per la reggia di Quisisana, dove addirittura, sembra senza autorizzazione dell’Ente proprietario, è stato bandito un bando per l’ammissione di studenti al corso di restauro, nonostante l’attuale amministrazione abbia sperimentato positivamente la celebrazione di concerti che hanno ricevuto un grande favore del pubblico quale palcoscenico naturale per lo svolgimento di eventi musicali e teatrali di grande livello, unica pregevole  reggia borbonica in Campania utilizzata per questi eventi. Da queste pochissime considerazioni si evince chiaramente che le motivazioni addotte da tempo, nella fattispecie quelle afferenti l’assenza di un partito strutturato e funzionale, rappresentano il punto focale di tutto il ragionamento iniziato a metà aprile. Non si può pensare di arrivare lontano continuando a lavorare sulla scia di percorsi tracciati da altri che avevano sicuramente obiettivi ed interessi molto diversi dai nostri, altra valida ragione per la quale i cittadini hanno votato per la nostra coalizione, o pensando ad una campagna elettorale senza fine, la città ha bisogno di vedere, toccare ed assaporarne le differenze sul piano della gestione, sia politica che amministrativa. L’azione dei cattolici impegnati in politica deve contraddistinguersi da quella degli altri politici, rappresentare una vera testimonianza di fede, al fine di realizzare il bene comune nel rispetto della persona umana anteponendolo a spregevoli e turpi interessi di bottega.

Franco Mascolo (ex responsabile attività produttive del PdL)

Pippo Maresca (candidato PdL)

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