Pomigliano, finita la pausa estiva, la politica ai nastri di partenza

Piazza Primavera

Terminata la pausa estiva,  a Pomigliano d’Arco si ritorna ai nastri di partenza, dopo aver  ritemprato a dovere le meningi e dopo un periodo di riposo per le vacanze, adesso si torna al lavoro, e l’agenda politica è fitta di impegni, sia per la maggioranza che per l’opposizione. Ci saranno da affrontare le tante problematiche che questa città sta vivendo a partire dagli ultimi 5 anni, ovvero il degrado in cui versano diverse opere pubbliche, come il parco pubblico Giovanni Paolo II e della piazza Primavera [foto], quest’ultima di particolare importanza in quanto vera e propria agorà della città e luogo di incontro nonché di svago da parte dei cittadini, giovani, anziani, e bambini, e strettamente correlato al degrado della piazza Primavera, vi è anche il problema della sicurezza e del teppismo che negli ultimi anni si è fatto più pressante che mai, e non solo in piazza Primavera, ma anche nelle strade limitrofe, come ad esempio in via Ercole Cantone, ed in piazza Municipio, ove in particolar modo di sera si assiste a scorribande di ciclomotori e motocicli ad elevata velocità, e che invadono peraltro anche aree di pertinenza pedonale. Da non dimenticare poi, c’è il programma della raccolta differenziata dei rifiuti, e non sono da sottovalutare i problemi del decoro urbano, della manutenzione delle strade e del sistema fognario. Dall’altro lato invece il Pd si avvia finalmente al congresso cittadino, congresso di circolo che in realtà avrebbe dovuto svolgersi già molto prima, ma che per via delle complesse partitocrazie, dei partiti moderni, per l’asfissiante regolamentazione statutaria e la poca flessibilità dei partiti della nostra contemporaneità rispetto alle esigenze reali, è stato posticipato al mese di settembre. Insomma il rientro dalle vacanze si preannuncia più caldo dell’estate che sta per concludersi, da un lato la maggioranza andrà verso un vero e proprio banco di prova dovendo affrontare le tante problematiche che ci sono in questa città, mentre dall’altro l’opposizione, ed in particolare il Pd deve riorganizzarsi, dopo la sconfitta delle ultime comunali c’è la necessità di ripartire, con nuovi organismi dirigenti, un nuovo coordinatore o segretario cittadino, un nuovo coordinamento, ma soprattutto con un nuovo spirito, con un nuovo metodo più vicino ai problemi della gente, più vicino alla quotidianità dei cittadini di Pomigliano d’Arco, solo così si potrà riacquistare la fiducia degli elettori, e ci auguriamo che la parola d’ordine in questo congresso cittadino del Pd sia il rinnovamento, ma rinnovamento reale, parola questa della quale se ne è fatto abuso anche fin troppo, si parla sempre di rinnovamento, di cambiamento generazionale, di persone nuove e giovani, ma il più delle volte sono solo tante belle parole, tanti buoni propositi senza seguito, forse perché nessuno vuole alzarsi dalla poltrona tanto comoda ed amata. Noi invece ci auguriamo che almeno questa volta ci sia un inversione della rotta, e che finalmente si faccia spazio a chi ha motivazione e capacità, il più delle volte questi due requisiti valgono anche più dell’esperienza, chi è motivato a far bene, ha sicuramente più interesse a far realmente bene, più di chi sta da vent’anni seduto su di una poltrona, ed oltretutto è anche fisiologico e normale che dopo un determinato periodo di tempo ci sia un cambiamento negli incarichi di amministrazione, e di direzione di un partito a livello cittadino, questo però, senza ammutinamenti o boicottaggi, un partito o una amministrazione, deve avvalersi di chi ha una esperienza pregressa, ma chi ha tale esperienza deve fare un passo indietro e favorire la valorizzazione e la formazione di nuove e giovani leve politiche. Ad ogni modo, come abbiamo sempre detto, e come sempre continueremo a sottolineare, il nostro auspicio è che sia chi amministra, ovvero la nuova maggioranza, sia chi è all’opposizione, faccia il proprio lavoro solo ed esclusivamente nell’interesse dei cittadini, ed al solo scopo di migliorare il benessere collettivo, ma anche di quest’ultimo concetto talvolta se n’è fatto un uso spropositato, noi possiamo solo sperare che d’ora in avanti non sia più così.

Massimo Venturi

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