Ancora una piantagione sul Faito, il “gigante verde” è pieno di marijuana

I coltivatori giamaicani si sono trasferiti sui Monti Lattari? A quanto pare, sì. E il Monte Faito, il “gigante verde”, pare sia pieno di marijuana. Qualcuno addirittura pensa che gran parte del verde che si vede da lontano non sia altro che un insieme di decine di piantagioni di canapa indiana. L’oro verde dei clan camorristici della zona stabiese-torrese ormai cresce senza bisogno di particolari cure, poiché l’area dei Lattari ha sviluppato un microclima tropicale molto simile a quello della Giamaica, patria dell’arbusto che rende ricchi gli spacciatori della provincia partenopea. I coltivatori della pianta illegale approfittano anche della conoscenza dei luoghi, forse affidandosi a boscaioli ed agricoltori di fiducia, piazzando le piantagioni più grosse in zone impervie dei boschi del “gigante verde”. Non solo il Faito, però: se quello è il monte dalla superficie più ampia, i boschi di Castellammare di Stabia, Gragnano, Vico Equense, Casola di Napoli, Lettere, Sant’Antonio Abate e Pimonte sono praticamente stati invasi dalla pianta. Poche cure per la crescita: basta qualche paletto per indirizzare verso l’alto la crescita dell’arbusto, magari semicoperto da faggi e castagni, e la natura pensa all’irrigazione, alla ventilazione ed all’illuminazione necessarie. Nelle ultime settimane, a pochi giorni dalla raccolta prevista tra fine agosto ed inizio settembre, state trovate piante alte fino a 4 metri e mezzo, quasi due piani di un’abitazione, veri e propri alberi. Nessuna traccia di concimi, pochi indizi per risalire ai responsabili che, però, possono essere individuati tra i gestori dello spaccio di stupefacenti ed i narcotrafficanti abituali dei clan della zona. Per individuare le piantagioni, spesso nascoste in zone impervie disseminate di trappole e buche, i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, guidati dal capitano Giuseppe Mazzullo e dal tenente Andrea Minella, si avvalgono della collaborazione di un elicottero del settimo elinucleo di Pontecagnano, che perlustra dall’alto le zone, indicando con precisione le strade da fare, tra sentieri strettissimi, dirupi e, appunto, trappole piazzate dai coltivatori. L’ultimo sequestro, effettuato dai militari stabiesi in collaborazione con i colleghi della stazione vicana e avvenuto ieri mattina sul Faito in una zona boschiva tra Castellammare e Vico Equense, parla di “appena” 100 piante di canapa indiana, alte tra i 2 ed i 3 metri e mezzo, del peso complessivo di 120 chilogrammi. La cannabis indica è stata scoperta, sequestrata, in parte distrutta, in parte inviata ai laboratori per i test per stabilire il grado di tossicità. Sicuramente sequestri proseguiranno anche nei prossimi giorni, visto che i controlli aerei e a terra stanno proseguendo in tutte le direzioni e su tutte le aree boschive che ricadono nel territorio del parco regionale dei Monti Lattari. I numeri dei sequestri avvenuti finora sono da capogiro: circa 4 mila piante scoperte per quasi 5 tonnellate di cannabis indica. Se per ogni tonnellata di piante grezze raccolte si calcano circa 400 mila euro di introiti, ai clan della zona sono stati sottratti circa 2 milioni di euro.

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