La vera Giamaica napoletana si trova a ridosso delle colline che sovrastano Gragnano. La conferma è arrivata ieri pomeriggio, a conclusione dell’ennesima operazione di contrasto alle coltivazioni di canapa indiana svolta dai carabinieri di Castellammare di Stabia. Il più grande sequestro di marijuana è avvenuto proprio ieri, tra le località Fondica, Selva e Depugliano, zone boschive che ricadono tra i Comuni di Gragnano, Casola di Napoli e Lettere, in pieno parco dei Monti Lattari. Oltre una tonnellata e mezza di cannabis indica è stata sequestrata dai militari dell’arma della compagnia stabiese che, agli ordini del capitano Giuseppe Mazzullo e del tenente Andrea Minella, e coadiuvati dagli elicotteristi del settimo elinucleo in servizio a Pontecagnano, hanno potuto scoprire e raggiungere ben 12 piazzole, attrezzate nel migliore dei modi per facilitare la coltivazione di “erba”. Circa 730 le piante di canapa indiana rinvenute nelle 12 piantagioni, suddivise matematicamente (circa 60 per ogni piazzola) in uno schema ormai collaudato, in modo da poter essere meglio controllate e coltivate, il cui peso totale va ben oltre i 1500 chilogrammi. L’altezza degli arbusti supera i 2,5 metri in tutti gli esemplari e raggiunge vette di 3,5 metri, soprattutto a Fondica, zona dal clima evidentemente più favorevole ad ospitare questo tipo di pianta. Per scoprirle sono stati utilizzati i soliti metodi. Un elicottero dall’alto ha perlustrato la zona, affrontando tutte le difficoltà dei voli in hovering (a punto fisso), ma riuscendo ad individuare con molta precisione ben 12 piazzole, 10 delle quali nella sola zona Fondica, al confine tra Gragnano e Casola di Napoli. Le altre 2 sono state scoperte a Depugliano, versante letterese delle colline dei Lattari. All’operazione hanno partecipato 40 militari, dislocati tra i boschi della zona, i quali hanno raggiunto le varie coltivazioni affrontando tutti i pericoli dei vecchi sentieri per la caccia del cinghiale, trappole posizione dai coltivatori e tronchi d’albero abbattuti per rallentare e deviare escursionisti troppo curiosi. Lungo il percorso, i militari dell’arma hanno anche rinvenuto serbatoi d’acqua, teloni che convogliano le acque piovane e piccoli disboscamenti per facilitare le coltivazioni illegali. Insomma, le zone erano state anche ben attrezzate, anche se solo artigianalmente, per ospitare quello che ormai è sempre più l’“oro verde” dei clan dell’area stabiese-torrese. Con il blitz di ieri sono stati sottratti circa 500 mila euro di introiti alla criminalità organizzata che, secondo gli inquirenti, gestisce le coltivazioni illegali della zona, grazie a boscaioli e agricoltori assoldati per prestare le poche cure delle quali ha bisogno la canapa indiana per crescere rigogliosa e fare foglie da essiccare e rivendere nelle piazze dello spaccio. Questo tipo di controlli, però, non si ferma ancora, visto che la raccolta delle foglie proseguirà fino a fine settembre e, probabilmente, l’enorme polmone verde rappresentato dai Monti Lattari potrebbe celare ancora numerose piccole e grandi piantagioni di cannabis indica.