Stamattina, i carabinieri del Noe hanno sequestrato il depuratore Occhio Marino di Capri. L’impianto, già al centro di un’inchiesta del procuratore aggiunto della Procura di Napoli Aldo De Chiara, era stato anche oggetto di revoca, da parte della Provincia di Napoli, della possibilità di immettere nella condotta sottomarina i liquami depurati, a causa dello sforamento dei parametri previsti dalla legge, rilevati nell’estate del 2009. Nel corso degli ultimi mesi, i carabinieri del Noe hanno effettuato nell’impianto una serie di ispezioni che hanno determinato l’ordine di sequestro della struttura che, tuttavia, resta funzionante. «Il problema dei depuratori campani è totalmente sottovalutato da quasi tutte le istituzioni» spiega il commissario regionale del Sole che Ride Francesco Emilio Borrelli che si è anche incatenato questa estate con il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli fuori i depuratori campani per denunciarne il mal funzionamento. «Il sequestro di quello di Capri è l’ennesimo episodio di come siano gestiti e malfunzionanti questi impianti. Ad Ischia ad esempio non esiste alcun depuratore per l’intera isola per non parlare del proliferare di scarichi abusivi e artigianali su tutto il territorio napoletano. In provincia di Napoli – continua Borrelli – secondo i dati in nostro possesso vengono depurate a stento il 25% delle acque. Se la Regione non progetterà rapidamente un sistema di interventi seri, a partire dall’annosa questione del depuratore di Cuma e del contratto con la società Hydrogest, la situazione è destinata a peggiorare significativamente con danni irreparabili all’ambiente e all’economia del nostro territorio. Il rischio è oramai del disastro ambientale».