Continua nei comuni vesuviani di Boscotrecase, Boscoreale e Trecase l’estate all’insegna del “fetore” proveniente dalla discarica all’interno del Parco Nazionale Del Vesuvio in territorio di Terzigno. Una situazione gravissima di giorno ma soprattutto di sera e di notte. Una puzza asfissiante invade i paesi e costringe gli abitanti a restare tappati nelle case senza possibilità di respirare aria fresca e salubre che era la caratteristica dei nostri paesi che si estendono, per dono di Dio, a mezza costa tra il mare e il monte.
Una situazione che diventa ancora più drammatica per anziani, malati e bambini. Con chi prendersela? I sindaci e gli amministratori sono quasi tutti in ferie: basti bensare che il sindaco di Boscotrecase Agnese Borrelli rientrerà in sede solo il prossimo 7 settembre.
La discarica di Terzigno fu voluta dal Governo di centrosinistra di Romano Prodi e confermata dal governo di centrodestra di Silvio Berlusconi che la fece aprire in prima emergenza rifiuti a Napoli. La rassicurazione fu che la discarica non avrebbe recato danni ad alcuno, perché sarebbe stata trattata con metodi efficienti e all’avanguardia, e i rifiuti sarebbero stati ricoperti bene e subito. Nessun fetore quindi, nessuna puzza che avrebbe costretto i cittadini a restare tappati in casa. Così non è stato, non si sa bene la discarica se e da chi viene controllata, o se oltre ai rifiuti organici vengano smistati altre specie di rifiuti ancora più dannosi per la salute umana. La realtà vera, unica, è che le esalazioni sono sotto il naso di tutti e i gabbiani che sorvolano i centri abitati sono diventati numerosissimi.
Un’altra cruda realtà è quella che vede protagonisti i nostri vigneti: una patina schifosa intorno avvolge la famosa uva “caprettone” da cui si ottiene l’ancora più famoso Lacryma Christi. Chi comprerà le uve della vendemmia del 2010? Quali saranno i danni economici per i contadini della zona?
Oltre a qualche sporadica apparizione insieme ai cittadini organizzati dai comitati, gli amministratori restano solo e sempre attaccati alle poltrone. Nessun gesto per poter attirare le autorità preposte sulla situazione insostenibile di una vasta area vesuviana. Perché sindaci e assessori non si incatenano ai cancelli della discarica oppure si dimettono in toto se non si interviene subito a chiudere la discarica?
Perché non fanno niente di concreto per dimostrare almeno ai cittadini la loro solidarietà e il loro amore per i luoghi nativi?
Perché non si abbandona una volta tanto la politica e si agisce per il bene reale del paese?
Tante le domande che vorremmo sottoporre ai nostri amministratori: per il momento non ci resta che aspettare il loro presto ritorno in sede.
Giuseppina Cirillo