Si è tenuta al centro sportivo di Castel Volturno la conferenza stampa di Mazzarri, e la presentazione dei nuovi acquisti Dumitru e Cribari. Si è parlato della cessione di Quagliarella, e degli obiettivi stagionali degli azzurri. “La società si è mossa molto bene, cercando di venire incontro alle mie esigenze tattiche. Determinate situazioni non possono essere dette a tutti comunque. A Gennaio però potremmo tornare sul mercato se ce ne fosse bisogno, anche perchè magari determinate situazioni non si sono potute portare a termine perchè qualche società ha preferito non privarsi dei propri giocatori. Questo è il mio Napoli? Si, ma non da ora. Sin dall’anno scorso è stato il mio Napoli, in quanto sono i giocatori che portano in campo i pensieri del tecnico. Si è visto dal primo giorno in cui sono arrivato che la mia squadra deve avere un’anima, una squadra in cui i calciatori giocano per gli altri e non per se stessi” Il caso Quagliarella? “Il discorso è lungo. Ho avuto un ottimo rapporto professionale con lui, ma l’attaccante stabbiese è stato coccolato da tutta la società. Quando sono arrivato la situazione era particolare, lui non era al meglio. Con il mio staff siamo riusciti a farlo diventare il giocatore che poi ha conquistato la Nazionale, venendo difeso da me anche quando voi lo criticavate aspramente. Io l’ho fatto giocare anche quando non avrei dovuto, perché lo reputavo un giocatore molto importante. Le uniche volte che l’ho lasciato in panchina sono state a Torino con la Juve e con la Fiorentina a Napoli, proprio perché lo vedevo molto stanco. Lui ha ringraziato il Napoli, probabilmente anche per avergli concesso di andare dove voleva andare. E’ tornato dal Mondiale ed eravamo tutti contenti per come aveva giocato, io poi ho chiesto alla società di prendere Cavani perché se il Napoli vuole colmare il gap con gli altri club bisogna accettare anche di stare fuori, perché le grandi squadre hanno grandi giocatori anche in panchina. Ho detto a tutti i calciatori che avrei dato meno spiegazioni proprio per metterli in competizione tra di loro, per il bene del Napoli. Chi non era contento di questa situazione era libero di andare via. Ho sempre detto che quei giocatori che hanno fatto la cavalcata con me l’anno scorso non sarebbero stati ceduti, almeno che non l’avessero chiesto loro. Ad esempio apprezzo molto Rinaudo che ha accettato la situazione l’anno scorso, ma che quest’anno ha chiesto di essere ceduto. Io mi assumo le mie responsabilità, voglio che anche gli altri facciano lo stesso: conta solo il Napoli, e il bene del Napoli va focalizzato in tutti i discorsi che facciamo. Cigarini? Stava andando molto bene, ma non rientrando negli equilibri di squadra io sono stato contento che abbia avuto l’occasione di andare a Siviglia, e anche che Prandelli lo abbia convocato, perché è ancora un patrimonio del Napoli”. Su i tre nuovi innesti in attacco Lucarelli, Cavani e Sosa? – Lucarelli rientra in una logica condivisa dalla società. Il calcio moderno ha bisogno di giocatori che abbiano motivazioni fortissime. Lui voleva il Napoli, è un generoso, un combattente, e voleva venire qui per sfidare chi lo dava per finito: ci ha rimesso anche dei soldi, si sta allenando più degli altri per cercare di dare un contributo la domenica. L’anno scorso al Livorno, in una squadra che ha fatto un campionato modesto, ha segnato dieci gol. Insieme a Sosa mi da delle garanzie che sono mancate l’anno scorso. Cavani l’ho voluto fortemente perché quando gli ho parlato mi ha fatto capire di voler venire a Napoli con un entusiasmo incredibile, pur sapendo che se avesse aspettato avrebbe potuto scegliere anche altri club più blasonati”. La preoccupa la prestazione che lasquadra ha avuto contro la Fiorentina?– “Tra poco tutti dovranno sapere che quando vengono a Napoli dovranno ammazzarsi per giocare, perché ci sono tanti calciatori bravi. Come succede nelle grandi squadre. Bisogna cominciare a pensare così se si vuole colmare il gap con i club che in questo momento ci precedono in quanto a forza tecnica. La partita con la Fiorentina? In qualche frangente ho visto un atteggiamento remissivo che non mi è piaciuto, probabilmente dovuto al fatto di aver giocato due giorni prima in Europa. In generale la squadra a volte ha un fare lezioso, si specchia troppo e questo non mi piace. Ma è un difetto dovuto alla giovane età di tanti nostri calciatori, per cui sono fiducioso anche su questo: è un altro aspetto in cui dobbiamo compiere il salto di qualità”.
Ma a Castelvolturno è stato anche il giorno dei due nuovi arrivi Dumitru e Cribari, ecco alcune dichiarazioni dei due nuovi talenti destinati a diventare campionissimi nel Napoli.
Nicolao Dumitru: “Essere a Napoli è motivo di grande orgoglio, rappresenta per me un’emozione fortissima. Nei mesi scorsi mi hanno cercato altre squadre, che però avrebbero voluto aggregarmi alle loro primavera. Il Napoli invece ha dimostrato di credere in me portandomi a Castel Volturno ad allenarmi con la prima squadra. Henry è il mio idolo, non a caso ho scelto il numero 12, che lui utilizza in Nazionale, mentre all’Empoli avevo il 14, numero che l’attaccante francese aveva all’Arsenal. Con questo non dico di somigliargli, questi paragoni li lascio fare a voi. Io sono qui per imparare dai tanti campioni che sono in squadra, ma è chiaro che il mio intento è quello di affermarmi nel giro di qualche mese, non certo quando avrò 30 anni. Le mie caratteristiche? In dieci anni di settore giovanile all’Empoli credo di aver fatto tutti i ruoli in attacco, anche a ripiegare in difesa, quindi non posso fare altro che mettermi a disposizione del tecnico per cercare di crescere ancora sotto tutti gli aspetti. Il mio sogno? Se proprio devo dirlo è quello di segnare un gol alla Fiorentina. E poi vedere esultare i tifosi del Napoli, che seguono la squadra ovunque e comunque. Spero di ripagare la fiducia della società, che ha dimostrato di credere molto in me”
Emilson Cribari: Sono molto felice di essere arrivato in questa squadra. Da piccolo guardavo le partite degli azzurri in tv in Brasile, questa è una società che all’estero ha tantissimi estimatori. La trattativa è iniziata due settimane fa circa, quando l’ho saputo ho detto al mio procuratore di lasciare stare altre offerte: se non fossi venuto a Napoli, avrei rifiutato altre squadre e sarei rimasto alla Lazio. Il mio ruolo? Nello schema di Mazzarri le mie caratteristiche sono quelle del centrale di difesa, poi è chiaro che mi metto a disposizione del tecnico. In determinate situazioni potrei giocare sia a destra che a sinistra della difesa a tre. Screzi con l’ambiente Lazio? Sono iniziati un paio di stagioni fa, quando mi accorsi che Lotito stava rinnovando i contratti a molti giocatori, mentre a me furono chiuse le porte. Da quel momento ho perso un pò di serenità, e di conseguenza anche le mie prestazioni sono calate. Ma ora sono qui, e spero di ritagliarmi un ruolo importante, grazie anche all’aiuto di Mazzarri che mi aveva già cercato quando allenava la Sampdoria. Io porto in dote la mia esperienza, che metto a disposizione della squadra. Con la Lazio ho giocato sia in Champions che in Europa League, e posso dire che sono competizioni difficili in cui molto spesso sono i particolari a fare la differenza: non si può sbagliare niente. Non faccio alcuna promessa ai tifosi, se non quella di dare il massimo. Ho tanto rispetto verso questa maglia, spero di aiutare il Napoli ad arrivare il più in alto possibile: il mio entusiasmo è a mille, ma le parole contano poco. Voglio lavorare il più possibile per trovare la condizione migliore”.
Mazzarri ha chiarito ciò che premeva sapere di più ai tifosi, sulla situazione Quagliarella fa capire che il giocatore ci Castellammare di Stabia era la sua prima scelta, ma Fabio preferiva andare alla Juventus. Complimenti a Cribari per la voglia di rimettersi in gioco, e bravo al travolgente Dumitru, che il Napoli abbia scoperto il nuovo Balotelli? Ora dalle parole passano si passa ai fatti ed al campo di gioco, e che Napoli sia.
Cosimo Silva