Nessuno uccida la speranza

Si riparte verso l’autunno, verso la fine di un 2010 caratterizzato dalla presa d’atto che la crisi dell’economia, del lavoro, della legalità ed anche della speranza che non alimenta l’ottimismo nel prossimo futuro, non sono invenzioni surreali dei soliti denigratori.

Si riparte tra tanto malumore, troppa delusione e profonda sfiducia per i governi delle nostre comunità, locali e nazionali, impegnati poco a governare, molto a litigare e tanto ad apparire ma su temi lontani dai compiti istituzionali, dai drammi e le necessità di moltissimi italiani.

In molti temono che diversi pentoloni, sotto i cui coperchi spinge una incontenibile pressione alimentata da perdita di lavoro, farmaci da pagare e tanto malessere sociale, possano esplodere e fare vittime, soprattutto innocenti.

Ha fatto bene, dunque,  il nuovo Prefetto di Napoli, Andrea De Martino, a lanciare, nella sua prima dichiarazione pubblica, una mobilitazione contro il pessimismo, definito “il vero male da combattere” .

Il Prefetto ha invitato tutte le “forze interne ed esterne alla Prefettura” ad un “lavoro in rete” contro i mali del territorio e ad una urgente affermazione della “cultura della legalità e della partecipazione”.

Ci aspettiamo, senza pessimismo, ma con urgenza, efficaci e duraturi risultati, perché la speranza di moltissimi, ormai fortemente depressa, deve urgentemente essere alimentata da  tante azioni buone, solidali ed efficaci che valgano come esempi capaci di rigenerare la speranza individuale e collettiva di tantissimi che individuano nella cattiva gestione del “bene comune” il cancro che distrugge famiglie, comunità e persone.

Nessuno può far finta di nulla e mettere la testa nella sabbia, pensando che “non mi appartiene” o “che posso fare io?” o, peggio ancora, “va bene cosi, tanto non cambia nulla e poi… non mi conviene espormi”.

Fare “rete” per il “bene comune” significa esserci tutti, senza riserve e con tanta generosità.

Signor Prefetto, la famiglia del Gazzettino Vesuviano ci sarà ancora nel segnalare e denunziare le azioni che, nell’area territoriale di cui ci occupiamo, mortificano la dignità delle persone e violentano, troppo spesso, il patrimonio culturale ed ambientale, risorse insostituibili su cui costruire un domani migliore.

Ci saremo sempre a fare la nostra parte per un futuro migliore delle nostre città e di ogni cittadino che vi abita. Continueremo a farlo con semplicità determinata. Continueremo a contribuire, con tanta passione, alla costruzione di un mondo migliore con gli strumenti della conoscenza e della condivisione.

Signor Prefetto, collaboreremo al Suo progetto di una provincia di Napoli migliore, non ci lasceremo intimidire da nessuno e non permetteremo a nessuno, per dirla con un’espressione di Giovanni Paolo II, che “uccida la speranza”.

Antonio Irlando

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