Non si placano le polemiche nel PdL stabiese. Il “dissidente” Carrillo: “Dalla valle del silenzio solo un’eco stonata”

Dal risultato delle urne del 28 e 29 marzo u.s. sono ormai trascorsi cinque mesi, e volendo considerare che per la proclamazione degli eletti è trascorso circa un mese, possiamo constatare che questa amministrazione è in carica nelle sue funzioni da soli centoventi giorni. E’ dalla prima metà del mese di aprile che un gruppo di iscritti, simpatizzanti ed ex candidati nella lista del PdL ed in qualcuna satellite molto vicina, tenta di aprire un dialogo con gli organi istituzionali del partito di maggioranza relativa della coalizione e nella città. La storia, è noto a tutti, è iniziata con una lettera ai mass media di un candidato che rivendicava la necessità di dare concretezza al risultato elettorale riorganizzando e ristrutturando il partito. Questa legittima istanza veniva ripresa da un gruppo, appena un centinaio, di “comparse” che attraverso la pubblicazione di una lettera-documento reiterava questa fondamentale necessità di avere un partito espressione del territorio e delle sue esigenze, onde poter intercettare i bisogni della gente in una città distrutta, consegnata alla nuova amministrazione, dalla disastrosa e clientelare gestione di Vozza ben supportato dalla sua coalizione di centrosinistra. A questa istanza, pensavamo legittima visto che risultava firmata da quasi tutti i protagonisti della campagna elettorale per Bobbio prima e per il PdL poi, rispondevano laconicamente prima il commissario cittadino Gioacchino Alfano affermando che tutto andava bene così, cioè senza strutturare un bel niente, e successivamente un fido delfino del presidente Cesaro che spiegava, a mò di novello superman della politica stabiese, come aveva sconfitto e stanato Vozza ed i suoi nella Stalingrado del sud, e che della ristrutturazione del partito se ne sarebbe riparlato nel periodo di Natale. Imperterrito, il gruppo di “comparse” continuava sulla strada della ricerca del dialogo con un interlocutore pronto a raccoglierne le istanze ed esigenze di poter fare politica, non altro, semplicemente di poter continuare a partecipare al progetto del PdL per una città migliore, si riproponeva la necessità di strutturare un coordinamento allargato anche alle forze vive della città che potesse individuare una delegazione interpartitica che partecipasse alla cabina di regia confrontandosi costantemente con le altre forze della coalizione per dirigere e verificare l’attuazione programmatica, che intraprendesse l’iniziativa di avviare colloqui anche bilaterali con le forze della coalizione, che definisse, di concerto con tutti gli alleati, lo “spoyl system” della macchina comunale. Dalla valle del silenzio mai un segnale di vita è risultato arrivare in risposta a queste “plebee e miserabili” rivendicazioni. Solo una dimostrazione è stata data alla città, è molto triste dirlo ma è opportuno sottolinearlo, una dimostrazione di “analfabetizzazione istituzionale”, in quanto a queste istanze che sono state indirizzate alla dirigenza del partito tutti, ma proprio tutti, hanno risposto tranne chi aveva titolo per farlo. Infatti è dei giorni scorsi l’ultima risposta, letta sulle pagine di tutti i giornali, è stata quella di Antonio Bonifacio, nella qualità di responsabile politico della segreteria del sindaco. Vorremmo innanzitutto rassicurarlo che non abbiamo bisogno di nessun tipo di pubblicità, Castellammare anche se grande è una città particolare dove si sa tutto di tutti, quindi la gente conosce ognuno di noi attraverso la propria storia personale e politica. E quando si parla di problematiche attinenti al PdL è preferibile che rispondano coloro i quali hanno vissuto il partito, ne hanno mantenuto in vita la fiammella di una presenza sul territorio e sui mass media e non chi si è imbarcato “last minute” sul carro del sicuro vincitore. Noi siamo quelli che ci hanno creduto, quelli che non abbiamo esitato nemmeno per un attimo a sacrificare consolidati rapporti personali nell’interesse del PdL e della città, noi siamo quelli che sono orgogliosi di rivendicare una scelta coraggiosa di candidare sindaco Luigi Bobbio, tanto è vero che eravamo in tre a crederci fermamente ed ad aver lavorato affinchè si concretizzasse, visto che una componente interna al partito lavorava per far fallire il progetto. Ed a proposito di referenze voglio provare a ricordare quelle del responsabile politico della segreteria del sindaco che passano attraverso una candidatura a sindaco in una coalizione di centrodestra nel 2002 che si concluse con la semplice elezione dello stesso a consigliere comunale di opposizione, salvo poi passare attraverso un’imbavagliamento alla corte della Salvato, una candidatura alla provincia nel 2004 che fu stroncata dall’impietoso giudizio del corpo elettorale, per arrivare infine alla sua candidatura a consigliere comunale, con la coalizione Salvato sindaco, nella lista Due(quella dell’attuale segretario del PD Cuomo) con il risultato di conseguire 314 preferenze che servirono a determinarne la mancata elezione in quanto secondo dei non eletti. Non sembra un pedigree da cavallo di razza. Quelli che sono intervenuti in questa vicenda andavano ringraziati prima e non certamente dal segretario politico della segreteria del sindaco, andavano convocati nella sede istituzionale e con loro iniziare a gettare le basi per costruire quel partito vero di cui ha bisogno la nostra città. Noi non attacchiamo a testa bassa contro nessuno ma, proviamo a chiederci, se il dott. Bonifacio ha la testa alta ed è senza pregiudizi alcuni come mai non è intervenuto sulla vicenda della determina dirigenziale, quella delle tre assunzioni, che ha visto tradurre in concreto una ”continuità amministrativa, politica e morale” con la linea di Vozza? Ha forse rimesso il bavaglio come ai bei tempi della Salvato? Come mai la sinistra su questa vicenda è latitante? Ed è proprio per effetto del suo incedere con la testa troppo alta che, probabilmente, gli sfugge di vedere che alla Sint, nomina effettuata di recente dall’amministrazione in coerenza con i passaggi di padre in figlio istituiti dal centrosinistra, si apprestano ad effettuare due nuove assunzioni a progetto, mentre alla partecipata delle Terme di Stabia i lavoratori per mantenere le loro famiglie stanno ricorrendo ad artifizi molto pericolosi che alimentano attività indegne come quelle dell’usura. Avevamo predicato, e continueremo a farlo, di agire ed operare in regime di discontinuità polica, amministrativa e morale rispetto al passato. Noi sconti non ne facciamo a nessuno, neanche agli amici più cari, per noi i cittadini la città prima di ogni cosa, e stia sereno Bonifacio vogliamo solo dare il nostro semplice contributo di idee e progetti, fare politica, per costruire una città migliore di quella che abbiamo trovato, ed a dirla tutta non sarebbe neanche molto difficile constatate le condizioni di come è stata trovata.

Carlo Carrillo

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