Ancora niente stipendi alle Terme di Stabia, così scatta la nuova protesta dei 170 dipendenti termali stabiesi. Ieri mattina, a Castellammare di Stabia, altri momenti di tensione si sono vissuti per il mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori delle Terme. Da due mesi, infatti, non vedono un euro, e alle due mensilità arretrare si è aggiunta anche la quattordicesima. Così, nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi da parte del sindaco Bobbio e le plateali proteste di singoli lavoratori e consiglieri comunali, nulla si è mosso. Ieri doveva essere il giorno degli stipendi, invece, i lavoratori termali hanno nuovamente incrociato le braccia, causando anche disagi all’utenza. Se nelle scorse settimane la colpa era stata tutta scaricata sull’Asl Napoli 3 Sud, rea di non aver versato alle Terme il dovuto per le prestazioni sanitarie effettuate dai termali, adesso per i sindacati non è tempo di scovare colpevoli, ma semplicemente di capire «a che gioco stanno giocando con i nostri stipendi». Per Filippo Criscuolo sindacalista della Filcams-Cgil «i lavoratori sono ormai esasperati». Per questo motivo, ieri mattina i dipendenti delle Terme hanno deciso di incrociare le braccia e di non lavorare, lasciando circa un centinaio di persone, tra cui molto turisti termali provenienti dalla Toscana, fuori dai cancelli degli stabilimenti. E questa mattina la situazione non sarà diversa. Infatti, per oggi è stata organizzata una nuova protesta dei lavoratori, che partiranno in corteo dalle Terme di Stabia per raggiungere Palazzo Farnese, sede del Comune di Castellammare. Al loro fianco ci saranno diversi consiglieri comunali di opposizioni, insieme ai quali i dipendenti occuperanno l’aula consiliare stabiese. Tutto questo, nonostante le novità che sono arrivate dall’incontro tra Federterme e Regione Campania, con la messa in mora del credito aziendale dell’Asl e il previsto decreto regionale ad hoc per sbloccare i fondi che, però, non è arrivato ieri come era, invece, previsto.
«Impossibile non capire oggi come si è andata evolvendo la strategia di Vozza ed Apuzzo, strategia – dichiara il consigliere comunale del Pdl Antonio Carrillo – che puntava alla privatizzazione di Terme di Stabia. L’atteggiamento della Cgil aziendale, che in questa fase sta rappresentando il loro avatar, lo testimonia in pieno. Solo ad undici mesi dalla notifica delle problematiche che avrebbero portato l’azienda in ginocchio, l’amministratore unico ha presentato la “messa in mora” del credito aziendale all’Asl Na3. Questo comportamento la dice lunga su quello che era il disegno strategico dell’asse Vozza-Apuzzo che mirava a mantenere l’azienda in una condizione di debolezza economica, politico-amministrativa, onde poter realizzarne la privatizzazione in tempi strettissimi. I lavoratori di Terme di Stabia hanno diritto a percepire la “giusta mercede” per il lavoro che svolgono con grande dedizione e professionalità, mentre le responsabilità di questa situazione vanno fatte risalire in capo alla incapacità amministrativa di Iovieno e Marasca che sono retribuiti con stipendi da supermanager mentre il loro rendimento è da semplice lavoratore di fascia A. Hanno dimostrato, nel tempo, una scarsa professionalità ed hanno l’obbligo morale nei confronti della città e dei lavoratori di dimettersi».