L’acqua è indispensabile per la vita, non se ne può fare a meno, è una cosa risaputa. Gli unici a non esserne consapevoli sembrano gli amministratori di Castellammare di Stabia, proprio loro che di acqua a disposizione ne hanno in quantità. Basta farsi un giro per le vie della città per rendersi conto dei disastrosi effetti della sciagurata gestione del verde pubblico che, sommata alla calda e secca estate 2010, ha prodotto una indefinibile quantità di piante secche, tutte morte per mancanza d’acqua. Qualcuno ironicamente inizia a parlare di “marrone pubblico”, visto che ormai il verde non è più il colore predominante delle piante che “adornano” la città. La scena più desolante, che meglio inquadra questa triste realtà, si osserva proprio sotto le finestre di Palazzo Farnese, le fioriere – che “abbelliscono” il selciato di Piazza Giovanni XXIII – ospitano piante di bosso secche e moribonde che da mesi non ricevono nessun tipo di cura. Le uniche fioriere scampate alla crudele sorte sono quelle posizionate agli estremi della piazza, a curare queste piante ci pensa il fioraio all’angolo di via Sarnelli e il proprietario della tabaccheria San Catello. Nessun essere vivente merita di fare questa fine, non è poi una gran fatica innaffiare le piante – questo il commento dei commercianti – se solo ci fosse più sensibilità, se solo un dipendente comunale, di buona volontà, si fosse preso l’incarico di dare un po’ d’acqua alle piante oggi la piazza sarebbe sicuramente meno triste. Ad un’analisi più attenta si scoprono diversi punti in città dove le piante sono state salvate da sicura morte dal provvidenziale e volontario intervento dei commercianti, verdeggiante e ben tenuto è il bosso di P.zza Principe Umberto curato dalla tabaccheria “1X2”. Lussureggianti sono le fioriere di via Roma al civico 50, a curarle e il sig. Catello della gioielleria Di Somma che racconta che da anni provvede alle esigenze di queste piante che lui stesso ha comprato e piantato, una volta in occasione di un evento mondano – prosegue il commerciante – il comune venne addirittura a prelevare alcune delle fioriere per abbellire Palazzo Farnese, promisero che le avrebbero rimesse a posto ma non le ho più riviste. Un pizzico di malinconica rassegnazione ci pervade quando il sig. Catello confessa che oltre a curare le piante provvede a spazzare il marciapiede e a limitare il fetore che si sprigiona dagli indecorosi bidoni dell’immondizia della strada, e dire che pago quasi 900 euro di tassa per i rifiuti ogni anno. Proprio il pagamento delle imposte è il cruccio dei commercianti che si rifiutano di curare le fioriere vicine ai loro negozi <<pago le tasse per avere dei servizi tra cui il verde pubblico ben curato, il marciapiede pulito e tante altre cose inesistenti in città, mi chiedo perché oltre a pagare le tasse dovrei fare anche il giardiniere e l’operatore ecologico, quando queste cose dovrebbero essere di pubblica competenza?>> queste le parole di un commerciante che preferisce restare anonimo. Proviamo a chiedere conto della disastrosa situazione venutasi a creare in città al Sindaco Bobbio, responsabile anche per l’ambiente, purtroppo l’usciere comunale ci informa che non è in sede, per fortuna a darci delle risposte è l’arch. Antonio Coppola, Assessore alla cultura e al turismo della città delle acque, che riferisce: l’amministrazione è consapevole che la situazione in cui versa il verde pubblico cittadino non è delle migliori. Io stesso – spiega l’Assessore – anche se non responsabile direttamente per l’ambiente mi sto impegnando per il miglioramento della situazione, se Castellammare vuole sfruttare le sue potenzialità turistiche è bene che impari a curare il suo patrimonio verde. Purtroppo la situazione non è delle migliori perché il comune non ha in organico tecnici competenti in giardinaggio e la cura delle piante è affidata a una ditta esterna che, vista la mancanza di risorse economiche, interviene solo due volte all’anno. A breve comunque – continua l’arch. Coppola – il comune provvederà a varare una serie di iniziative per riportare alla normalità la situazione, non si escludono anche formule in cui siano coinvolti i privati. Nell’attesa che i buoni propositi dell’amministrazione si realizzino si spera che almeno il tempo sia clemente con le povere piante, forse solo un bella e fresca pioggia settembrina può migliorare la situazione ed evitare che si muoia di sete nella città delle acque.
Ferdinando Fontanella