Torna la paura a Castellammare, dopo l’agguato a cui è scampato per miracolo un pregiudicato stabiese di 62 anni. Salvatore D’Oriano, con precedenti per contrabbando internazionale di sigarette, è stato raggiunto da quattro colpi d’arma da fuoco in via Passeggiata Archeologica, località Varano, al confine tra Castellammare di Stabia e Gragnano. Il 62enne era a bordo della sua Y10, quando è stato avvicinato da due persone che gli hanno esploso contro numerosi colpi di pistola, almeno otto secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine, prima di fuggire via. Dei proiettili, quattro l’hanno raggiunto: uno alla faccia, due al braccio e uno alla coscia. Il colpo alla faccia è entrato dalla bocca, uscendo dalla guancia e bruciandogli la lingua. Nonostante le ferite, però, D’Oriano ha avuto la forza di trascinarsi da solo al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo, dove è tuttora ricoverato: non rischia la vita, è stato sottoposto ad alcuni interventi chirurgici per l’estrazione dei proiettili e l’unico danno grave è stato arrecato alla lingua, che non gli permette ancora di parlare. Per questo motivo, D’Oriano non è stato ancora interrogato dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia che, agli ordini del capitano Giuseppe Mazzullo, conducono le indagini sul posto. L’agguato subito dal 62enne per gli inquirenti è di chiaro stampo camorristico e mirava ad uccidere D’Oriano. Il pregiudicato è, di fatto, un miracolato. Aveva appena lasciato il ristorante “La Brace”, di proprietà delle figlie, quando è stato raggiunto dai sicari: la serata di pioggia aveva portato poche persone al locale, dunque il 62enne aveva salutato tutti e stava rincasando prima, dopo aver dato una mano nella gestione del ristorante. Messosi in macchina, però, ha trovato qualcuno ad attenderlo in strada, in via Passeggiata Archeologica: a quanto pare, si tratterebbe di due persone che, molto probabilmente, hanno agito con le consuete modalità, ovvero con volto coperto da casco integrale, su scooter rubato e fuggendo immediatamente favoriti dal buio e dalla mancanza di testimoni. Tra le ipotesi vagliate dagli inquirenti, sicuramente resta il racket in primo piano, ma si scava anche nel passato dell’uomo, ovvero nel periodo in cui aveva rapporti con il clan D’Alessandro, anche se non ne era mai entrato a far parte. Infatti, Salvatore D’Oriano, insieme al fratello Antonio, è considerato tra i “migliori” contrabbandieri internazionali di sigarette degli anni ’90. Allora, la famiglia D’Oriano era stata coinvolta in una delle più importanti operazioni anticontrabbando compiute nel brindisino nella quale furono arrestate 35 persone e sequestrati 35 tonnellate di sigarette e beni per 25 miliardi di lire. I due fratelli gestivano gran parte dei traffici illeciti provenienti dall’est Europa, via Albania e Puglia. Il fratello Antonio è stato anche oggetto di un mega sequestro di beni lo scorso mese di luglio, quando la guardia di finanza di Brindisi (città in cui vive) gli ha sequestrato proprietà per 5,2 milioni di euro. Tra i beni sequestrati, figuravano anche una villa e alcuni garage a Castellammare di Stabia, nonché veicoli, terreni agricoli, quote di diverse società portuali e un motoscafo.