La scorsa settimana il Savonarola genovese dei nostri tempi, Beppe Grillo, su uno dei blog oggi più visitati in Italia ha pubblicato alcune accese dichiarazioni sulle condizioni della politica europea, e sulle infiltrazioni di mafia negli organi principali degli stati membri.
L’articolo, ancora oggi visibile sul portale www.beppegrillo.it, è irriverente e diretto proprio come nello stile solito del comico. Cominciando con le parole: “Italia corrotta, Europa infetta.- Ha proseguito scrivendo un ineccepibile sillogismo: – Il Bel Paese è da decenni un terreno di coltura del virus mafioso, un’area protetta, un’oasi WWF della delinquenza. Le mafie hanno due redditi: dallo Stato attraverso gli appalti e i contributi europei, miliardi di euro annui che sfuggono a ogni controllo, e dalle attività più classiche, dalla droga che entra a tonnellate dal porto di Gioia Tauro, alla prostituzione, ai rifiuti, al traffico di armi. Le mafie sono cresciute forti e potenti nell’indifferenza della Comunità Europea e del suo asfittico Parlamento diretto dalla BCE e con la benevolenza di parte dello Stato italiano. Lo Stivale gli va stretto da tempo, sono come un paguro che cerca sempre una conchiglia più grande.”
Grillo, citando il settimanale francese L’Express, che ricorda la terribile strage di Duisburg, dice: “è passata quasi inosservata” riferendosi quindi miratamente alle tante “distrazioni” della stampa italiana.
A detta de L’Express, la mafia gestisce un volume d’affare che oscilla tra i 120 e i 150 miliardi di euro. Secondo il libro Mafia Export di Francesco Forgione, la questione criminalità organizzata non solo riguarda il nostro paese, ma anche in maniera significativa la Francia, la Germania, la Spagna e il Portogallo.
Provocatoriamente, nei mesi scorsi, Grillo ha chiesto ai membri del parlamento di Bruxelles (appellati da lui i “Belli Addormentati di Bruxelles”) di sospendere i fondi di 9 miliardi di euro che annualmente versa alle casse italiane, soldi che in gran parte potrebbero, spiega Grillo, sovvenzionare la criminalità organizzata, che punta a investire risorse in “legali” affari pubblici.
L’articolo del comico genovese non si ferma al semplice lavoro d’inchiesta; come da prassi, provocatoriamente, la chiusura della sua dichiarazione si rivolge ai politici del parlamento europeo, e chiede controlli più rigidi; e quindi in maniera leggera aggiunge: “Per salvarsi l’Europa deve nominare un commissario straordinario per l’Italia, se necessario un liquidatore, altrimenti il prossimo presidente europeo sarà eletto a Corleone o a Torre Annunziata.”
Per queste ultime parole scritte senza giusta cognizione di causa e con involontario e superficiale “generico” il lungo articolo di Grillo è passato in secondo piano. E la risposta del sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, non si è fatta molto attendere:
“Ho letto con rammarico la Sua nota sulla crisi morale che investe l’Europa. Non discuto il merito dell’intervento, peraltro per grandi linee condivisibile, ma le “conclusioni” che, pur nella loro provocatorietà, mi sembrano assolutamente fuori luogo. Auspicare, in maniera generica ed approssimata, che non sia eletto a Torre Annunziata (o a Corleone) il prossimo presidente europeo appare un’affermazione, forse, di effetto ma priva di qualsiasi logica e fondamento.
Le generalizzazioni producono sempre banalizzazioni e ingiustizia. Vale la pena di ricordare che a Torre Annunziata è nata la prima Camera del Lavoro e che è la Città di Gino Alfani e di tanti martiri del fascismo. Oggi Torre è la Città di tante persone che hanno sacrificato la propria vita contrastare la camorra ed è la Città dove la stragrande parte della popolazione, con gesti semplici e quotidiani, afferma la dignità di cittadino.”
Starita dopo aver ricordato le tante vittime della camorra, parla dell’ancora persistente etichetta legata alla città oplontina, Fortapasc, termine coniato dal giornalista de Il Mattino di Napoli, Giancarlo Siani, ucciso il 23 settembre del 1985. Quindi il primo cittadino fa un invito rivolto a Grillo:
“A Torre Annunziata è grande l’impegno delle Istituzioni (magistratura, forze dell’ordine, enti locali) e di tantissimi cittadini, per sconfiggere il potere camorristico ed il malaffare in genere. Lentamente e faticosamente le luci stanno spegnendo “Fortapasc”. E ciò, innanzitutto, perché la Città non ha mai perso la voglia di libertà.
Probabilmente, la sua provocatoria dichiarazione è frutto della mancata conoscenza del territorio e delle persone che in questi luoghi vivono (qualche volta, purtroppo, sopravvivono tra mille difficoltà), sempre con grande fierezza! Venga a Torre Annunziata. Insieme visiteremo la Città. Potrà vedere i luoghi del disagio ma anche tanto, ma tanto altro… Ma, principalmente, incontrerà tanta gente che merita di essere “presidente europeo” e quant’altro. E, forse, comprenderà che una parola di speranza questa Città la merita.
Gioacchino Iuzzino