Ancora fumata nera ad Ercolano in merito ai lavori di riqualificazione dello storico approdo borbonico di Villa Favorita.
Colossale, solamente sulla carta, il progetto di rilancio per un litorale partenopeo che non torna ancora a splendere dell’antica luce: nell’area circostante l’approdo vesuviano è facile imbattersi in rifiuti di ogni genere e grossi ratti più simili per dimensioni a cani bassotto.
In questo guano profondo la politica sembra non scomporsi minimamente: infatti non si esita ad organizzare grigliate di pesce e sagre cittadine in barba alle più basilari esigenze di un territorio che rischia di sprofondare sotto il peso oneroso di incredibili disservizi. Ad Ercolano sembra quasi di assistere ad una perenne farsa animata da opposizione e maggioranza politica (di fatto inesistente) e da una incredibile superficialità nell’affrontare le problematiche cittadine da parte di chi dovrebbe essere preposto alla tutela dell’incolumità e del buon vivere del popolo ercolanese. In paese ormai si vegeta storditi da uno stallo operativo senza precedenti, in balia di sia pur volenterosi amministratori locali di cui la gente comincia persino ad ignorare le generalità anagrafiche. Per non parlare della Giunta in buona parte “eterea” e non “alla portata” del pubblico: non è semplice infatti riuscire a colloquiare con pubblici referenti le cui deleghe dovrebbero invece avvicinare costantemente la politica alla gente comune. Tanti i punti dolenti: ci si chiede sconcertati che fine debba fare la caserma dei carabinieri ultimata da anni in località via Doglie e poi sequestrata per violazione (incredibile ma vero) delle normative vigenti in materia edilizia.
Alfonso Maria Liguori