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Torre Annunziata: “Suoni. E la notte si accende”

“Suoni. E la notte si accende” è il titolo di un breve cartellone di spettacoli di fine estate realizzati dall’amministrazione comunale di Torre Annunziata a Villa Tiberiade (sullo splendido sfondo della Penisola Sorrentina), al cospetto di un pubblico straripante. L’Assessore alla Cultura dr. Giuseppe Raiola (cui va il merito di aver ideato il tutto), elogiando l’impegno di tutti i componenti il suo ufficio, impegnati nel concretizzare l’iniziativa, ha affermato che “l’arte, espressione di varie sfaccettature tutte subblimi, saluta l’estate dei cittadini di Torre e inaugura la ripresa di attività culturali per nuovi momenti di aggregazione”. La prima sera, introdotti dalla suadente voce della Sig.ra Maria Piscopo, funzionaria del Comune, si sono esibiti (in costume d’epoca) alcuni cantanti lirici del Teatro S. Carlo di Napoli, i quali hanno eseguito arie da opere di Verdi, Puccini, Mascagni, Donizetti, Leoncavallo, Bizet, Ranzato, Lehar. Accompagnati dal M° Pasquale Russo (alla tastiera) e dall’arpista Sonia Del Sorbo, applauditissimi gli artisti Rosa Francescone e Gabriella Termini (soprani), Rosanna Forges (mezzo soprano), Giacomo Mosca e Vittorio Termini (tenori)’, con la direzione artistica dei Maestri Giuseppe D’Antuono e Giuseppe Balzano (che ha anche condotto brillantemente la serata). La messinscena si è avvalsa di intermezzi coreografici e della melodia di canzoni napoletane d’autore, nonchè della partecipazione dell’attrice Lidia Ferrara. Del secondo spettacolo protagonista è stato Eugenio Bennato in concerto, con Ezio Lambiase (chitarra), Mohammed Ezzaime El Alaoui (violino e voce), Walter Vivarelli (percussioni), Stefano Simonetta  ( basso e chitarra elettrica), Sonia Totaro (vocalist). Prima dello show, Bennato ha presentato il suo recente libro “Brigante se more”, un racconto della contestazione della gente meridionale alla “occupazione” piemontese del 1860. L’assessore Raiola ha dichiarato che i programmi culturali dell’amministrazione oplontina non si fermeranno qui.

Federico Orsini

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