Non solo non è possibile fare i biglietti, ma non vengono attivate le scale mobili né aperti gli accessi per i portatori di handicap. Se un diversamente abile ha lasciato la macchina nel parcheggio riservato, non può riprendersela. Accade alla stazione della Circumvesuviana del Centro Direzionale, a Napoli, per un paio d’ore, quasi tutti i giorni. È acceduto sicuramente lo scorso venerdì, dalle 13,30 alle 15,30. Cosa? Viene chiusa la biglietteria per mancanza di personale. “Ma in queste ore di “buco” potrebbe accadere di tutto e la stazione è totalmente abbandonata a se stessa. Peraltro dalle 13,30 alle 15,30 il Centro Direzionale di Napoli è nel pieno della sua attività e la stazione è affollatissima, lasciarla incustodita è da irresponsabili”, commenta Giuseppe Ambrosio, il segretario regionale di Codici Campania, il Centro per i Diritti del Cittadino che ha ricevuto decine di segnalazioni da parte dei pendolari. Dopo il tragico incidente dello scorso 7 agosto, la gente chiede più sicurezza, non solo sui treni. Invece una stazione incustodita rappresenta proprio l’opposto: un ricettacolo di possibili pericoli, oltre che di disagi. Per questo l’associazione Codici ha scritto alla Circumvesuviana chiedendo spiegazioni in merito ed ha inviato la segnalazione all’assessorato regionale ai trasporti. Durante il periodo di chiusura della biglietteria, peraltro, i tornelli vengono aperti. Aggiunge Giuseppe Ambrosio: “Siamo dinanzi a una chiara istigazione a viaggiare senza biglietto. Anche il più onesto e volenteroso dei viaggiatori farebbe a meno di comprare il biglietto, visto che non sa dove farlo e, se ne è già in possesso, può evitare di obliterarlo”. Infine, un diversamente abile che si trovasse sulla stazione quando è chiusa la biglietteria avrebbe mille difficoltà: le chiavi del parcheggio riservato, infatti, sono in possesso del personale della Circumvesuviana e se il portatore di handicap avesse lasciato l’auto lì si ritroverebbe “prigioniero” per ore. Infine, gli accessi per i disabili vengono disattivati. “Uno scandalo, insomma, di cui l’azienda deve dare conto ai cittadini che pagano tasse e biglietti. Non è riducendo i servizi che si risolve il problema della carenza di personale. E se un provvedimento del genere può essere accettato in estate, a settembre è davvero un’assurdità”, conclude il segretario regionale di Codici.