Il derby di lunedì sera, Salernitana-Paganese, è l’esempio lampante di come si possa continuare a parlare di un incontro di calcio per ben due giorni dopo il triplice fischio finale senza mai parlare di quello che è successo sul rettangolo di gioco, di tattica, tecnica. Infatti, giustamente, non si fa altro che parlare del raptus di follia che ha preso dei delinquenti di entrambe le tifoserie e che ha macchiato quello che doveva essere un bell’incontro di calcio, all’insegna del gemellaggio che c’era tra le 2 tifoserie, e che aveva portato allo stadio tante famiglie con i propri bambini. Al fischio iniziale si sentiva un aria di festa che tranquillizzava anche i più scettici, ma era solo apparenza, e lo era anche quando verso il 30esimo del primo tempo i tifosi della Paganese, si meritano l’applauso di tutti i presenti allo stadio alzando uno striscione in cui c’era scritto: “Vassallo come Torre” in riferimento agli ultimi fatti di cronaca che hanno interessato il comune di Pollica e che hanno portato all’uccisione del primo cittadino del paese, paragonandolo all’avvocato Marcello Torre, ex sindaco di Pagani assassinato anch’egli dalla malavita organizzata. Solo apparenza, infatti nell’intervallo i tifosi azzurrostellati hanno iniziato a devastare il Bar dello stadio e hanno ferito il gestore del Bar stesso, poi sono iniziati i tafferugli con la polizia, e poi, alla faccia del gemellaggio, iniziano le colluttazioni con i tifosi granata e si sono vissuti attimi di pura follia che hanno portato al ferimento di 4 persone. Al diavolo il gemellaggio, questo sarà balenato nelle menti folli di quei criminali, senza sapere che il gemellaggio non è altro che un momento in cui due tifoserie avversarie si rispettano all’insegna del fair play, e si può assistere alla partita senza aver paura di essere malmenati da qualcuno, beh questo dovrebbe essere un “postulato” del calcio e dello sport in generale, ma siccome ormai siamo abituati a vedere ben altro abbiamo imparato a chiamarlo gemellaggio. Ovviamente tutto è stato ripreso dalle telecamere della Rai che trasmetteva quello che doveva essere un incontro di calcio, e quello che più fa male era vedere alcuni bambini versare lacrime di paura come se fossero stati in un campo di battaglia anziché in un campo di calcio.
Giuseppe Falanga