La salute dei cittadini e il reddito dei lavoratori sono diventati elementi di calcolo per i vari livelli dirigenziali che gestiscono ed amministrano, malamente, la sanità in Campania. Questo è quanto emerge dalla vicenda che sta tenendo in sospeso, per “questioni tecniche”, il futuro di 120 operatori sanitari e il destino d’intere strutture ospedaliere (come il Maresca di Torre del Greco e l’“Apicella” di Pollena), che rientrano nel territorio dell’Asl Na3 sud. Una azienda sanitaria commissariata per una serie infinita di sprechi e disfunzioni, opportunamente messi in pratica da chi, nominato ai vertici dei servizi sanitari aziendali dai governanti regionali, ha scelto le sperequazioni anziché l’equa distribuzione dell’assistenza pubblica su di un territorio densamente popolato come il nostro.
Intanto infermieri, tecnici, fisioterapisti a cui la nuova dirigenza aziendale ha interrotto la procedura di assunzione definitiva presso i plessi sanitari dell’Asl Na3, occupano ininterrottamente dall’8 settembre scorso il 3° piano dell’edificio che è la sede della Direzione Aziendale. Otto giorni e sette notti, un tempo da primato di attesa e resistenza, che vede protagonisti lavoratori precari, titolari riconosciuti del diritto alla stabilizzazione, che stanno sacrificando notevolmente la loro esistenza e le loro relazioni sociali (sovente è la presenza di bambini e coniugi/e per l’impegno a mantenere una costante ed attiva presenza), pur di veder realizzato un “sogno”: il diritto ad esercitare la proprio professione con dignità.
Il rimpallarsi le responsabilità dei vari dirigenti, l’insensibilità verso una causa giusta e la critica condizione che attraversa la sanità pubblica della provincia sud-orientale di Napoli, sta determinando un’ondata di proteste che, attraverso gli operatori più penalizzati, i precari, sta arrivando ai colleghi strutturati, passando per le comunità locali che manifestano le loro contrarietà alla chiusura di ospedali e ambulatori.
I precari in questo tempo d’attesa non sono stati solo ad aspettare facendo notare la loro presenza, ma hanno discusso e interloquito con le rappresentanze sindacali che sostengono la loro vertenza, e incontrato altri soggetti, implicati nella vicenda, come, appunto, i cittadini preoccupati per la loro salute. Ma anche loro colleghi di “sventura” come i precari della CE/1, ugualmente tagliati, fuori dal percorso di stabilizzazione e costantemente in mobilitazione contro quest’iniqua situazione.
Per venerdì 17 sono previste due iniziative che ricadono in coincidenza. Alla sede dell’Asl in via De Gasperi, di Castellammare, giungeranno gli operatori di ruolo e le rappresentanze sindacali che si uniranno alla protesta soprattutto per le ripetute negazioni d’incontro da loro avanzate dal commissario straordinario, Vittorio Russo. Contemporaneamente a Torre del Greco durante la mattina ci sarà un’iniziativa dei comitati contro la chiusura del Maresca, presidio sotto sfratto, un tempo garanzia per l’assistenza sanitaria su quell’area, dove in tanti/e precari hanno prestato servizio per anni, sostituendo vuoti in organico e sopperendo ai disagi causati dalle emergenze.
Due appuntamenti diversi ma che parlano della stessa questione, una storia assurda che non può reggere su inutili temporeggiamenti, ne promesse. Sono in gioco salute e lavoro, due beni che in un’area già minata da degrado e disoccupazione fanno allertare le coscienze.
I lavoratori e i cittadini non ci stanno a pagare le colpe e i debiti accumulati da chi ha in questi anni amministrato la sanità della Na3 sud. Resistono e rilanciano le mobilitazioni. Si invitano tutte le sensibilità a solidarizzare con la causa.
Collettivo Operatori Sanità Precari Asl Na3 Sud