Sant’Antonio Abate: tutti a scuola con l’amianto

Primo giorno di scuola per tutti gli alunni delle scuole primarie Italiane, ma quelli della “Antonio De Curtis”, precisamente  quelli del plesso di via Cesano, sono i più “fortunati”. Ad attenderli all’ingresso il loro e vecchio “compagno” amianto. Dopo la pausa estiva ritorna la nostra saga che ormai è destinata a continuare e fare invidia alla celebre telenovela  americana Beautiful.  Ormai giace da mesi  in condizioni di  “sicurezza”,  come sostenuto dagli addetti ai lavori, avvolto in un telo nastrato alla bene in meglio, esposto alle intemperie, incustodito e alla facile lacerazione ad opera  di ignoti o di animali randagi, vista l’adiacenza ai rifiuti depositati dalla stessa scuola in attesa di essere raccolti dalla ditta smaltitrice. Cogliamo l’occasione di ascoltare qualche commento dei  genitori che riprendono  i loro figli a fine lezione: “Questi sono gli amministratori. Devo portare mio figlio a scuola, un posto che dovrebbe essere sicuro,  ed invece trovo questo all’ingresso. Ma stiamo scherzando? Sono mesi che l’amianto si trova qui, possibile che non si interviene? Assurdo” asserisce amareggiato  il genitore. Non facciamo in tempo a fare qualche altro scatto che si avvicina una mamma: “Istituiscono le guardie ambientali, video sorveglianza, ronde notturne dei vigili, e dopo aver speso decine di  migliaia di euro, questi sono i risultati; condanno i cittadini sconsiderati  che hanno depositato l’eternit dinanzi ad struttura scolastica, ma fatto ciò, il Sindaco Varone sa che lui è il primo a dover intervenire per la salvaguardia della salute pubblica, se non lo sa come sindaco, lo sa come medico? – continua la donna – Credo di sì, vista la sua rispettabilità di professionista, evidentemente non si è accorto dell’incapacità di qualche suo assessore che sottovaluta  la questione. Inaccettabile, questa roba fa venire il cancro”. La questione amianto sul territorio abatese ormai è divenuto un fenomeno abbastanza diffuso, basti svoltare in qualche stradina poco praticata senza dover investigare più di tanto, prima di imbattersi nel materiali bandito dalla legge per i numerosi  casi di salute a rischio scaturiti negli anni passati. È tutt’oggi riconosciuta la pericolosità dovuta alle fibre sottili considerate cancerogene che inspirate a lungo andare danno origine a carcinomi. Concludendo non ci resta che auguraci di liberare l’ingresso del plesso in modo celere dai tubi fibra-cemento, magari dislocato in luogo custodito, in attesa di smaltimento adeguato.  In secondo luogo che ci si attivi in modo “serio” per contrastare questo dilagante abbandono  di amianto sul territorio, spesso sottovalutato  dagli organi amministratori.

Pasqualino D’Aniello


Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano