Nuova svolta nelle indagini sull’omicidio del consigliere comunale Gino Tommasino, freddato da un commando armato il 3 febbraio 2009 mentre era in auto con il figlio al viale Europa, a Castellammare di Stabia. Da alcuni giorni, infatti, ha deciso di collaborare con gli inquirenti anche il fratello di Raffaele Polito, uno degli esecutori dell’omicidio del consigliere comunale del Pd stabiese. Vincenzo Polito, infatti, ha accettato di pentirsi e di raccontare alcuni aspetti organizzati sull’agguato di camorra che ha sconvolto un’intera comunità. Insieme a Raffaele Polito, la Dda di Napoli ha individuato in Catello Romano, Renato Cavaliere e Salvatore Belviso gli altri tre componenti della banda che ha sparato al consigliere del partito democratico. L’ipotesi sulla quale lavorano gli inquirenti vede in Vincenzo D’Alessandro, attuale reggente del clan camorristico di Scanzano, il mandante dell’omicidio. Lui, che da alcuni anni ha preso in mano le redini della cosca stabiese, avrebbe dato una lista di persone da ammazzare, e tra queste figurava proprio il nome di Tommasino. L’omicidio del consigliere era stato affidato al suo braccio destro, il cugino Salvatore Belviso che, insieme al più esperto Renato Cavaliere, avrebbe armato anche Catello Romano e Raffaele Polito. Dopo averlo pedinato per giorni, cercando di capire quali fossero i suoi spostamenti abituali, i quattro avrebbero scelto il giorno e il luogo in cui ammazzare Tommasino, sparandogli contro numerosi colpi d’arma da fuoco alle 4 del pomeriggio, mentre transitava in auto al viale Europa. Un omicidio efferato per il quale gli inquirenti continuano a cercare un movente. Dai tanti interrogatori, è emerso che una tangente da 30 mila euro non sarebbe stata versata da Tommasino al clan. Durante le indagini, inoltre, sono venuti fuori particolari scabrosi sulla possibile collusione tra politica e camorra, con incontri tra alcuni luogotenenti dei D’Alessandro, su tutti Sergio Mosca, e il consigliere Tommasino, spesso accompagnato anche da altri ex esponenti politici stabiesi. Da ua costola della maxi inchiesta sull’omicidio del consigliere comunale del Partito Democratico, nei mesi scorsi gli inquirenti hanno potuto riscontrare la facilità con la quale imprenditoria e malavita andassero di pari passo a Castellammare, arrestando la presidente dei piccoli industriali di Napoli, Olga Acanfora, per un piacere chiesto ed ottenuto dal clan D’Alessandro in cambio di denaro. Nell’ambito delle indagini, non sono escluse altri colpi di scena, anche perché più volte è stato chiesto l’arresto dell’ex consigliere Carlo Nastelli, fedelissimo di Tommasino, con il quale ha condiviso molti di politica attiva e vita amministrativa stabiese. Adesso, con il pentimento di Vincenzo Polito potrebbero aprirsi nuovi scenari in una indagine che potrebbe portare a grossi scossoni, anche nella vita politica di Castellammare di Stabia.