San Giuseppe Vesuviano. L’appello di una mamma: “Assistenza e dignità per mia figlia”

“Vorrei essere una extracomunitaria, per accedere ai veri diritti che toccano anche a noi. Ma sono solo una napoletana”. Si conclude con questa drammatica affermazione l’accorato e dignitoso appello di Angela Ambrosio, una signora di San Giuseppe Vesuviano che da sedici lunghi anni convive con una gioia immensa e con un dramma che le dilania l’anima e la mente. La gioia infinita è sua figlia Anna. Le sue piccole conquiste, le emozioni, i gesti, gli sguardi e l’innata vanità di una ragazzina che, grazie all’amore incommensurabile di sua sorella Pina e di mamma Angela si conquista ogni giorno dei suoi dolorosi 16 anni di vita. Il dramma è la Klippel Trenaunay Weber. Una malattia rara per la quale non vi sono cure e che in fine al percorso ha un solo triste e nefasto epilogo. Al momento Anna sta vivendo una fase della malattia similare ad un malato terminale di cancro. Dolori atroci, necrosi, sanguinamenti, infezioni, linfoangite, metastasi in tutto il corpo e aggressività in momenti dolorosissimi.

“Mia figlia è dolcissima, nonostante l’afasia e il ritardo intellettivo che l’ha colpita dopo un vaccino, ma che non ho potuto mai provare a causa della sua patologia. – dice mamma Angela – Anna capisce tutto e vive una sofferenza atroce sin dalla nascita. E’ stata seguita dal secondo policlinico di Napoli, che diagnosticò la Klippell Trenaunay Weber, ma non contenta scrissi al centro di informazioni di malattie rare, che mi ghiacciarono con una lettera, che conservo ben stretta. Mi dicevano che non  sapevano come aiutare Anna così come tanti altri nel mondo. Non c’erano cure”.

Poi l’inizio del calvario. Prima i ricoveri che pian piano si diradarono nel tempo, poi mille scuse, poi indirizzarono Angela alla terapia del dolore. “Ci andai con Anna,e loro mi dissero se provavo con gli oppiacei. – ricorda la signora – Nel giro di 24ore mia figlia aveva un blocco renale e per poco non moriva. Poi l’allontanamento definitivo dall’ospedale anche se il professore Andria, mi disse che se avessero avuto riscontri, per aiutare Anna mi chiamavano. Ma quando?” Angela è una mamma coraggiosa e da anni combatte una battaglia di dignità per la sua Anna che è stata lasciata sola sia dalle strutture ospedaliere che da quelle assistenziali territoriali. Quasi come se, visto che non si salverà da questo triste destino,  fosse stata cancellata dalle persone che hanno diritto all’assistenza ed alla dignità della malattia. Anna risiede a San giuseppe Vesuviano, ma non va a scuola ed occuparsi della sua assistenza continua sono mamma Angela e Pina la sorella maggiore, che ha rinunciato agli studi universitari pur di accudire la sorella. Due donne sole. Ed Anna. A cui lo stato riconosce 480euro al mese. “Pago 345 al mese di fitto più spese condominiali e bollette. Come dobbiamo vivere?” – chiede mamma Angela, che con amarezza afferma: “Io no ho più fiducia nelle istituzioni, non mi sento cittadina italiana. E dov’è l’articolo 1 della Costituzione italiana?”

Angela anela ad un lavoro. Non vuole assitenza o danaro, vuole essere lei, con i proventi del lavoro a provvedere von dignità alle necessità di sua figlia fino a che il Signore le darà vita. Sino ad oggi, invece, le istituzioni sono state sorde ai suoi appelli, solo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, le è stato vicino indirizzandola presso una cooperativa della 328 ambito nove come figura di assistente ai minori. “Purtroppo i pagamenti avvenivano ogni 5mesi e non tutta la retribuzione, mentre a me i soldi necessitavano tutti i giorni e fui costretta a lasciare”,  ricorda la donna, che in questi anni ha anche registrato la fine del suo matrimonio con il disinteresse del padre di Anna. Ha trovato porte chiuse dappertutto e qualche associazione si è avvicinata solo per cercare di approfittare della condizione di Anna.  Quello che è riuscita ad ottenere lo ha fatto solo con l’aiuto di una rete di persone amiche che l’hanno aiutata ad arredare la piccola casa in cui vivono. Non ha l’auto anche se Anna ama uscire. “Ci sono belle giornate di sole e stamattina mi ha detto: “io uscire”. Dove la porto se non ho i soldi per comprarle un panino? – dice con la voce tremante,  ma determinata – Senza di me Anna non avrebbe dignità e sto facendo di tutto affinché non la perdi mai”.

E il lavoro per Angela è la condizione essenziale affinchè  questo possa accadere dal momento che a Napoli non valgono le agevolazioni, che il Nord eroga a chi vive condizioni di estrema difficoltà per malattie così gravi come una casa ed un sussidio di 500euro al mese. “Voglio solo lavorare ed essere pagata mensilmente” – è l’unico appello di Angela che dovrebbe essere accolto da chi ha cuore. Verso una donna ed una mamma che combatte. Verso Anna ed i suoi sorrisi.

Angela Fabozzi

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteSos parquet per il Pontano Napoli
SuccessivoIl Centro Commerciale Campania festeggia tre anni di attività
Il giornale “il Gazzettino vesuviano”, fondato nel 1971 da Pasquale Cirillo e attualmente diretto da Gennaro Cirillo, si interessa principalmente delle tematiche legate al territorio vesuviano e campano; dalla politica locale e regionale, a quella cultura che fonda le proprie radici nelle tradizioni ed è alla base delle tante associazioni e realtà che operano sul territorio.Siamo impegnati a garantire la massima qualità e la massima integrità nel nostro lavoro giornalistico. Ci impegniamo a mantenere alti standard etici e professionali, evitando qualsiasi conflitto di interesse che possa compromettere la nostra indipendenza e la nostra imparzialità.Il nostro obiettivo è quello di fornire ai nostri lettori notizie e informazioni affidabili su una vasta gamma di argomenti, dalle notizie di attualità ai reportage approfonditi, dalle recensioni ai commenti e alle opinioni. Siamo aperti a suggerimenti e proposte dai nostri lettori, e ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la nostra community.