“Occorre convocare ad horas un tavolo istituzionale tra Prefetto, Regione, Provincia e Comune, con il coinvolgimento dei sindacati e dei vertici dell’impresa, per attuare le soluzioni di rilancio dello stabilimento contenute nell’intesa che sottoscrivemmo nell’aprile del 2008 tra la Giunta Regionale, l’Autorità portuale, il Comune di Castellammare e Fincantieri. La Regione, come è scritto in quell’accordo, deve sostenere la riqualificazione del bacino di carenaggio. Allo stesso tempo, Fincantieri e il Governo debbono rispettare gli impegni assunti nel febbraio scorso che prevedevano importanti commesse per lo stabilimento. In questo modo, si può garantire una prospettiva industriale credibile e, con essa, il lavoro per le centinaia di operai dell’area”, ha dichiarato Andrea Cozzolino.
“Viceversa, non ci sarebbe futuro per la Fincantieri di Castellammare. Chiudere questo stabilimento sarebbe un danno gravissimo per l’intero Mezzogiorno. Non possiamo perdere un altro fondamentale presidio dell’industria e dell’occupazione senza nessuna seria prospettiva di riconversione economica di questo territorio”.
“Privare Castellammare, la Campania e il Mezzogiorno della cantieristica navale vuol dire infatti penalizzare la costruzione di uno sviluppo industriale su scala euromediterranea”.
“L’assenza da troppi mesi del ministro delle Attività Produttive pesa, purtroppo, come un macigno insostenibile su questa vicenda. Anche per questo, è ancora più urgente che dalla Campania si riprenda subito l’iniziativa per arrivare ad una soluzione credibile. In questa direzione, se tutti faranno la loro parte, si può incentivare una politica europea che impegni risorse aggiuntive per la rottamazione delle vecchie imbarcazioni prive dei requisiti di sostenibilità ambientale e di sicurezza del trasporto. Si potrà così dare un contributo alla modernizzazione del parco navale pubblico e privato. Su questa linea, inoltre, si potranno trovare importanti governi dell’Unione interessati a sostenere un progetto di respiro europeo”, conclude Cozzolino.
“Dopo le notizie relative al piano di ristrutturazione in discussione tra Fincantieri e Fintecna, che comporterebbe drammatici tagli produttivi e occupazionali, i lavoratori sono in mobilitazione in tutto il gruppo”. Lo sottolinea, in una nota, Giorgio Cremaschi, coordinatore nazionale Fiom – Cgil del gruppo. “Dopo la carica delle forze dell’ordine di venerdì a Napoli, a Riva Trigoso e a Sestri Ponente è in corso uno sciopero totale con presidio della palazzina della direzione; a Castellammare di Stabia c’è il blocco totale dello stabilimento, a Palermo è in corso il presidio della piattaforma Scarabeo – spiega – Anche negli altri stabilimenti, non soggetti a chiusura, cresce la mobilitazione. Un’ora di sciopero è stata proclamata già dalla Rsu di Monfalcone. Assemblee e documenti di solidarietà sono stati decisi in tutti gli altri cantieri”. “Fim, Fiom, Uilm si sono impegnate a chiedere un incontro urgente all’Azienda per conoscere le sue reali intenzioni – conclude – mentre il 21 settembre a Roma è confermato l’incontro con tutti gli enti locali. L’1 ottobre sciopero di tutta la cantieristica navale con manifestazione a Roma”.
Catello Somma