Francesca era preoccupata e aveva manifestato il desiderio di ritornare a casa. E’ questa la versione di una signora, lavoratrice di un ristorante della zona “Le Arcate” che era di routine verso l’orario del fatto andarsi a prendere un caffè in piazza, prima di iniziare il proprio lavoro nel vicino ristorante pizzeria dove presta mansione come aiuto alla cucina. “Verso quell’orario, era consuetudine per me, prima di iniziare il mio lavoro, recarmi in piazzetta a prendere un caffè. L’alluvione verso quell’ora, non aveva ancora distrutto tutto e portato le macchine in piazza e in spiaggia come si vede nei tanti video amatoriali. Ma c’era un qualche cosa che in piazzetta non avevo mai visto da quando lavoro qui, i tombini delle fognature si alzavano da terra a causa della forza dell’acqua in un modo davvero impressionante. Mi recai a prendere il mio solito caffè, proprio al bar “La Risacca” dove lavorava Francesca, mi intrattenni qualche istante e scambiammo qualche chiacchiera insieme sulla quantità di pioggia che si stava abbattendo e sulla curiosità di questi tombini mai visti prima che si alzavano da terra e lì Francesca mi disse, senza mezze misure che era preoccupata e da li a poco sarebbe andata a casa. Dopo pochi secondi l’ho salutata, ho salutato il proprietario e sono andata via, giusto il tempo di recarmi al ristorante dove lavoro che, la forza dell’acqua, ha iniziato a portare via di tutto. Probabilmente sono stata una delle ultime persone a vedere Francesca, una bellissima ragazza, simpatica e sempre disponibile”. Versione dei fatti che non è stata ascoltata dagli inquirenti perché la signora l’ha ritenuta di poco conto, si è limitata a raccontarla ad amici di lavoro e al sottoscritto: “Non avrebbe avuto rilevanza il mio racconto, ormai Francesca non c’è più a cosa serve. Spero solo che chi di dovere la ritrovi e dia almeno il corpo alla famiglia”. Infine, la versione della signora su come era vestita Francesca al momento del fatto, va in contrasto con quanto detto in precedenza dai familiari della ragazza, i quali hanno riferito ai ricercatori e agli inquirenti che Francesca aveva una maglietta bianca, un jeans e delle scarpe modello converse di colore verdi. La signora sembra convinta che non sia così: “Francesca era vestita con una maglia rossa, il grembiule a mezza vita nero stile barista e un jeans”.
Ieri sera intanto, si è tenuta una funzione eucaristica in preghiera di Francesca Mansi, iniziata alle 19 e 30 presso la Cattedrale di Atrani. Ha partecipato alla funzione anche il padre di Francesca Mansi (Raffaele) che è Diacono. Una chiesa colma, la messa è stata officiata dal parroco don Pasquale Imperato, per l’occasione è stata esposta anche la santa patrona SS Maria Maddalena, alla fine della funzione un applauso di buono auspicio ha chiuso la funzione.
A 12 giorni dalla tragedia, Atrani è fonte di ispirazione per un’artista pittore. Henrik Schutze, un pittore danese ha realizzato un dipinto (acrilico su tela) dal titolo “Atrani Crudo”. “Atrani è una delle mie maggiori fonti di ispirazione – ha detto il pittore danese – è la cinquantesima volta che vengo qui e questa volta, a differenza delle altre è tutto diverso da qui il titolo all’opera”.
Gennaro Manzo