Coinvolgere la cittadinanza per far conoscere e ricordare alle attuali e future generazioni il periodo della dominazione borbonica e le lotte di liberazione, attraverso le “bocche da fuoco” che adoperate sul campo di battaglia nel XIX secolo costituiscono oggi una testimonianza di quegli eventi indissolubilmente legati alla storia del Risorgimento Italiano.
Questo lo scopo fondamentale della cerimonia di consegna alla Città di Castellammare di Stabia e posizionamento di due “bocche di fuoco” di epoca borbonica che si terrà il giorno 24 settembre alle ore 17.30 nel campo antistante l’edificio della Capitaneria di Porto Stabiese.
La cerimonia, fortemente voluta dal Comandante della Capitaneria di Porto, Capitano di Fregata (CP) Demetrio Antonio RAFFA, ha avuto fin da subito il sostegno da parte dell’Amministrazione Comunale di Castellammare di Stabia, che ha aderito all’iniziativa fornendo il patrocinio morale alla manifestazione, nonché la partecipazione del locale Stabilimento Fincantieri e delle sue valide maestranze, così come degno di nota è il sincero contributo fornito al riguardo dall’Associazione dei Commercianti (ASCOM) di Castellammare di Stabia.
La cerimonia, che sarà l’occasione anche per un’esposizione di documentazione storica attinente l’argomento curata dal Rotary International Club di Castellammare di Stabia – Distretto 2100 Italia, vedrà gli interventi di autorevoli esperti del periodo borbonico che narreranno episodi storici a sottolineatura la forte connessione storica tra la Città Stabiese e le guerre di liberazione del 1860 di cui le “bocche di fuoco” costituiscono una testimonianza.
Durante la cerimonia sarà poi sottoscritto da tutti i partner che hanno reso possibile la manifestazione una pergamena commemorativa dell’evento con una riproduzione storica originale dell’epoca borbonica.
Nelle parole del Comandante RAFFA si evidenzia il reale significato storico-sociale alla base dell’intera manifestazione: “Oggi, questi cannoni, che ornano l’edificio della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, non rappresentano più un elemento di difesa contro un nemico proveniente dal mare, bensì fondamento di arresto contro un nuovo nemico, non armato, ma ugualmente insidioso e terribile: l’oblio della dimenticanza. La memoria di un passato che non deve essere dimenticato e di cui dobbiamo essere fieri, il nostro dovere e di tutte le istituzioni dello Stato è anche quello di farlo conoscere alle giovani generazioni, affinché i nobili ideali che la storia ci ha tramandato, possano essere il giusto binario per un futuro migliore”.