Ormai sono frequenti gli episodi in cui le ingiustizie sociali colpiscono anche i defunti, troppo spesso penalizzati dalla loro precaria e instabile condizione economico-sociale, ma non per questi motivi indegni dal ricevere un trattamento degno e umano per ciò che concerne la funzione funeraria. Forse se l’amministrazione comunale fosse stata sensibile e avesse mantenuto la promessa di ristrutturare la chiesa cimiteriale, molti indigenti e molte persone meno abbienti, avrebbero potuto ricevere l’estremo saluto in maniera dignitosa e cristiana, ma evidentemente la nostra società conferma la prevalenza delle logiche economiche che vedono in queste persone pesi morti e onerosi per un sistema spregiudicatamente e indiscriminatamente materialistico, poco attento ai valori, in cui la fanno da padrona prevaricazioni e ingiustizie ai danni del più debole. Con quella promessa fatta e pubblicizzata all’interno del cimitero comunale nel giorno dei morti, Aliberti ha preso un impegno vincolante e non mantenuto finora non solo con i cittadini che si recano al cimitero, ma con tutti coloro che ci abitano: i nostri cari. Forse Totò aveva davvero ragione quando a suo tempo esclamò in una delle sue opere più significative, A Livella, la seguente espressione: “Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive: nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”
Francesco Carotenuto
Portavoce Federazione della Sinistra di Scafati