Discarica: nuova notte di proteste, senza violenza

Pioggia e l’ormai solito cattivo odore hanno fatto compagnia ai manifestanti durante l’ultima notte all’esterno della discarica di Terzigno. Niente scontri, nessuna carica della polizia, solo tanta rabbia e un’attesa lunga, durata fino alle 4:30, quando i camion in attesa al casello autostradale di Palma Campania hanno avuto il via libera e hanno potuto scaricare i rifiuti, nuovamente scortati dagli agenti. La funzionario contro l’ipotesi di apertura di un secondo sito di stoccaggio all’interno del Parco del Vesuvio prosegue. Questa volta senza violenza, senza roghi. L’ipotesi che possano nascondersi camorristi, anarchici e no global tra le fila dei manifestanti per il Questore di Napoli Santi Giuffrè è molto vicina alla realtà. È vero, tra la rotonda di Boscoreale e i cancelli della discarica terzignese c’è tanta gente normale che protesta civilmente, è disperata, non vuole una seconda discarica ad avvelenare il proprio territorio. L’estate con quel fetore è stata tremenda, l’apertura di un nuovo sversatoio significherebbe non vivere più. Però, per la polizia dentro le proteste civili ci mette la mano qualcuno che della violenza fa il suo stile di vita. Tra quei manifestanti, sotto la pioggia, anche i sindaci della zona. I primi cittadini di Boscoreale (Gennaro Langella), Boscotrecase (Agnese Borrelli) e Terzigno (Domenico Auricchio) sono al fianco dei manifestanti, non li abbandonano. Langella oggi ha iniziato il suo personale sciopero della fame. Tutti uniti, anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, contro l’apertura della Cava Sari, che dovrebbe ospitare la nuova discarica. Intanto, però, il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha ordinato ai sindaci, di consentire la circolazione sui loro territorio degli autocompattatori dei comuni della provincia di Napoli diretti alla discarica di località Pozzelle. Un’altra lunga notte di proteste è finita, ma al calar del sole ne comincerà un’altra. Si spera senza roghi e senza violenza. La certezza è una: nonostante i decreti l’emergenza rifiuti non è mai terminata, ma non è giusto che a pagare siano sempre i residenti del vesuviano.

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