Castellammare, crisi Fincantieri: il bilancio della prima settimana di proteste. Domani ancora presidio e consiglio straordinario

Gli scontri con le forze dell’ordine, il presidio, il corteo, gli impegni istituzionali a livello ancora locale.

La lunga settimana della Fincantieri di Castellammare si è chiusa con un bilancio tutto sommato positivo. La partecipazione al corteo di venerdì di una larga rappresentanza della cittadinanza ha dimostrato che Castellammare è vicina ai lavoratori, e che insieme ad essi non accetterà tanto facilmente i piani che l’azienda ha riservato al suo stabilimento-simbolo. Oltre 3mila persone sono scese in strada per ribadire il concetto.

Alla manifestazione che ha attraversato la zona costiera e collinare della città, erano presenti anche rappresentanti dell’amministrazione, sindaco Luigi Bobbio in testa, e del consiglio comunale. L’impegno qui, va dalla costituzione del comitato permanente dei sindaci dell’area torrese-stabiese, alla convocazione del consiglio comunale ad hoc previsto per domani sera alle ore 19 a Palazzo Farnese, quando verrà approvato un documento sulla problematica di Fincantieri e verrà istituita una commissione speciale di studio sulla crisi occupazionale.

Secondo le ultime indiscrezioni, ci sarebbero già delle polemiche interne alla maggioranza riguardo la composizione della commissione. Questioni da risolvere entro domani sera, quando la delegazione di tute blu che si presenterà nell’aula consiliare dovrà solamente prendere atto delle nuove iniziative politiche.

Impegni a livello locale si diceva, in attesa del tavolo sulla cantieristica convocato a Roma il primo ottobre, quando i lavoratori di Castellammare raggiungeranno in massa la capitale per far sentire la propria voce. Da Fincantieri, l’amministratore delegato Giuseppe Bono non ha mai smentito, dopo la fuga di notizie, l’intenzione di riconvertire lo stabilimento, né tantomeno la Regione ha fatto presente la propria reale intenzione di realizzare il bacino di carenaggio.

La crisi è quindi reale e tangibile, bisogna muoversi in fretta contro l’assurdità del piano industriale 2010-2014. La chiusura del cantiere di via Caio Duilio rappresenterebbe la totale rovina del settore industriale stabiese e una disfatta per l’economia di Castellammare. Non ci sono solamente 2500 famiglie in bilico, poiché a queste vanno sommate anche le 80 persone a rischio per l’Avis, le 170 per le Terme di Stabia, e poi Stabia Porto, MeridBulloni. Venerdì erano tutti in corteo con i colleghi di Finantieri.

Gli occhi della nazione sono ormai puntati sulla città delle acque e su un territorio così ricco che rischia la povertà. La difesa del cantiere passa anche per la volontà di tutti di non lasciare al proprio destino quelle mani capaci di costruire navi che ancora solcano i mari di tutto il mondo.

Domattina, in attesa dei risultati che scaturiranno dal consiglio comunale straordinario, i lavoratori riprenderanno il presidio davanti i cancelli dello stabilimento cominciato la scorsa settimana.

FraFree

(Foto Gennaro Manzo)

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