(Stampa dalla collezione di Gaetano Fontana)
La storia si sa, la scrive sempre il popolo vincitore, ciò avviene verosimilmente perché a futura memoria possano essere riportate esclusivamente le gesta “eroiche” di chi al termine di una guerra risulta a torto o a ragione vittorioso. Molto spesso (forse troppo), quindi chi legge e studia un capitolo di storia, apprende solo ed esclusivamente gli episodi scritti dal popolo vincitore, ed è quindi in un certo modo tacitamente ingannato da un soliloquio di parte, che enfatizza solo meriti e conquiste, e non attribuisce il benché minimo torto al vincitore. Una tale premessa risulta doverosa per presentare al meglio una pregevole iniziativa che in questi giorni sta avendo luogo a Castellammare di Stabia; un programma di attività culturali a carattere divulgativo messo in essere dalla locale Unitre (Università delle Tre Età) che in tal modo vuole rendere un po’ di giustizia ad un popolo sconfitto, che per tanti anni (sicuramente troppi) è rimasto offuscato dalla “costruita” eroica gloria dell’avanzata garibaldina, perpetrata da un vero e proprio esercito invasore, con tutti gli annessi e i connessi del caso. Testimonianza significativa di tale barbarie ci viene fornita da uno scritto d’epoca di Giacinto de’ Sivo, che con le seguenti singolari parole, così descrive la propria terra natìa: “La Patria nostra era il sorriso del Signore. La Provvidenza la faceva abbondante e prospera, lieta e tranquilla, gaia e bella, aveva leggi sapienti, morigerati costumi, e pienezza di vita, aveva esercito, flotta, strade, industrie, opifici, templi e regge meravigliose, aveva un sovrano nato napoletano. L’invidia, l’ateismo e l’ambizione congiurarono insieme per abbatterla e spogliarla” (da: Storia delle due Sicilie). Senza scendere in merito agli episodi che hanno caratterizzato il conflitto epocale (lasciamo volentieri questo compito ai veri studiosi di storia patria) e nella certezza di non sminuire l’importanza dell’Unità d’Italia, a noi sicuramente tanto cara, e che purtroppo, per ironia della sorte in questi ultimi anni di attività politica, a più riprese, è risultata essere minata soprattutto dal fanatico federalismo di fede nordica, riportiamo a seguire i punti cardine della meritevole iniziativa con la quale, Antonio Orazzo, presidente dell’Associa-zione Unitre di Castellammare di Stabia, ha voluto onorare gli “sconfitti” e rendere così nota una parte di storia troppo poco raccontata. Per dare un degno inizio alla serie di otto incontri (alcuni dei quali ancora da effettuarsi), il giorno 7 settembre, presso la chiesa della “Madonna del Carmine”, è stata celebrata una messa in suffragio di tutti coloro che persero la vita per mano garibaldina, durante l’avanzata del 1860 su Napoli – città che come spiega Orazzo – fu invasa calpestando ogni diritto, ignorando ogni legge, uccidendo uomini, bambini, sacerdoti, stuprando e trucidando donne, suore e bambine, diventando così padroni di tutto, derubatori di ogni bene (comprese le chiese), calpestatori di ogni monumento, insultatori d’ogni grandezza: “Napoli che i Vandali mai non vide, vide i garibaldini”, con queste scottanti, lapidarie parole il presidente dell’Unitre, a 150 anni di distanza dai tragici eventi del 1860, manifesta il proprio cocente disappunto ed invita la cittadinanza ad essere partecipe al programma degli incontri a tema, appositamente studiati per rendere un quadro globale di ciò che realmente avvenne in quegli anni:“Come era il Regno delle Due Sicilie prima del 1860”, “Dallo sbarco di Garibaldi a Marsala (11-05-1860) all’arrivo a Napoli (07-09-1860)”, “Dall’arrivo a Napoli (07-09-1860) alla farsa del plebiscito (21-10-1860)”, “Descrizione di alcuni massacri fatti dai Garibaldini prima e dai Piemontesi dopo”, “Le promesse di Vittorio Emanuele II al Popolo napoletano e profili di alcuni nostri eroi ovvero criminali di guerra”, “I campi di concentramento”, “Il brigantaggio” ed in ultimo “Assedi di Gaeta, di Messina e di Civitella del Tronto”. Otto date di particolare interesse i cui ultimi tre incontri sono ancora da effettuarsi nei giorni 24 – 27 e 29 settembre (ore 18,30), presso la Scuola Media Stabiae.
Maurizio Cuomo