La festa per “Pompei è Città” è un evento di prima grandezza per l’amministrazione D’Alessio. Anche gli alberi in filari lungo le strade cittadine non aspettano che questo momento per essere potati e risistemate, peccato però che a pagarne le conseguenze con un criterio che con un gioco di parole non può che essere definito scriteriato sia come al solito Pantalone. A Pompei le cose si fanno come si può e non come dovrebbero essere fatte. E allora accade che per chi proviene da via Plinio sia impossibile accedere alla piazza, sempre in orario di punta, per questioni di sicurezza, le stesse questioni di sicurezza che non valgono per chi imbocca lo stesso tratto di strada ma venendo, in senso opposto, da via Sacra. In effetti tanto di transenna ha obbligato tanti automobilisti a svoltare nella già normalmente congestionata via Lepanto, mentre tanti altri automobilisti, compreso il monovolume della Protezione Civile, sfidando la sorte, passavano sotto il braccio meccanico che sosteneva gli operai sbandieratori incaricati dal primo cittadino di far sventolare Pompei.
Un percorso alternativo inventato di punto in bianco, tempo sprecato, ritardi e imprecazioni per ritornare sulla via maestra, un enorme giro attraverso via Lepanto, viale Mazzini e via Sacra solamente per ritornale al punto di partenza e raggiungere il centro città. A Pompei le cose si fanno come si può abbiamo già detto, male, aggiungiamo. Sarebbe stato di nessun impatto fare lo stesso lavoro in nottata o nella primissima mattinata, ma bisogna, come dicevano dei comici napoleani qualche anno fa, “apparare per apparire”, in fondo, la festa per la Città è di primaria importanza, “Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero”, per primi i cittadini.
Gennaro Cirillo