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Somma Vesuviana: “Villa Augustea” apre al pubblico

Il 9 e 10 ottobre la cosiddetta “Villa Augustea”  apre al pubblico. Si tratta di una antica villa romana, situata in località Starza, i cui scavi sono ancora in corso. A guidarli sono gli archeologi dell’Università di Tokyo e dell’Istituto Universitario “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Saranno proprio gli uomini della missione archeologica giapponese, insieme con i volontari della Pro loco di Somma Vesuviana, ad accompagnare i turisti durante la visita all’area degli scavi. Gli organizzatori sperano di bissare o addirittura superare il grande successo dell’anno scorso, quando si toccò quota 2 mila visitatori. La storia degli scavi risale agli anni Venti del secolo scorso, allorché un contadino del luogo scoprì casualmente il portico d’accesso all’antica villa, durante alcuni lavori di ristrutturazione di un casolare. Negli anni Trenta i primi scavi, poi la svolta arriva negli ultimi dieci anni grazie ai finanziamenti giunti da Tokyo e all’impegno degli archeologi giapponesi. Da qui una serie di numerose scoperte: dai vasi ai mosaici, dai colonnati alle due absidi affrescate fino alle nicchie con le statue di Bacco e della cosiddetta “peplofora”. Queste ultime hanno girato il mondo in una serie di esposizioni ed oggi sono conservate nel museo archeologico di Nola. La toponomastica dei luoghi vicini (in particolare riferimento al Comune di Ottaviano), la testimonianza dello storico romano Tacito secondo il quale l’imperatore Ottaviano Augusto sarebbe morto presso Nola, nonché l’imponenza e il lusso di questa struttura fecero pensare all’inizio degli scavi che ci si trovasse di fronte alla residenza dello stesso imperatore romano. L’ipotesi ha col tempo perso credito presso gli studiosi, man mano che affioravano altri edifici  risalenti ad epoche successive. Circa un anno fa la Regione Campania stanziò 80 mila euro destinati alla creazione di una passerella panoramica dalla quale sarà possibile ammirare l’intera zona interessata dagli scavi. L’attuale cantiere si estende per circa 2 mila metri quadri, a fronte di una potenziale area archeologica di 20 mila metri quadri che stuzzica non poco le fantasie dei tanti appassionati di archeologia. Tutto dipenderà dai finanziamenti a disposizione (peraltro notevolmente assottigliatisi nell’ultimo periodo)e dalle procedure di esproprio dei terreni da parte del Comune di Somma, ad oggi  ancora in corso.

Antonio Averaimo

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