Discarica: di chi è la protesta

La gente è in strada! Da circa due settimane i comuni vesuviani e in particolare l’area sud ha visto un susseguirsi di manifestazioni e proteste accese. In questi 15 giorni anche l’opinione pubblica nazionale è stata informata dai media di tale movimentazione. Ma questa gente in lotta cerca di gridare la propria voce da anni, dal 2007 in particolare contro la localizzazione dei siti discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio e soprattutto contro la fallimentare impostazione del governo nella risoluzione della crisi rifiuti campana. Da oltre un anno la popolazione di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e di altri comuni attigui lotta contro un mostro, un mostro che non sputa fuoco come quelli mitologici (almeno per ora), ma inghiotte immondizia, rifiuti tossici e fanghi industriali. Questa lotta non è semplice perché da subito la gente si è vista abbandonare da coloro i quali erano preposti alla loro difesa, al diritto alla salute, al diritto alle informazioni… le amministrazioni locali. Tale abbandono istituzionale ha reso in questi mesi la lotta ardua, perché ci si è trovati davanti a un muro difficilissimo da scalare, informare la gente. Singoli cittadini si sono aggregati, alcune associazioni politiche hanno scelto linee monotematiche per riunioni ristrette, difficilissimo è stato creare un gruppo associativo che si è consolidato nel tempo e “dal basso” ha cercato una propria organizzazione. Nell’area Boschese questa organizzazione è diventata sempre più una realtà riconoscendosi nel “Movimento difesa del territorio area vesuviana – Collettivo area vesuviana”. Attorno a tale realtà si sono stretti studenti, professionisti, cittadini nel senso più variegato del termine, tutti con personali idee politiche, tutti con l’intento di tenerle estranee ai motivi di aggregazione.

In questi 15 giorni anche l’opinione pubblica nazionale è stata informata dai media di tale movimentazione. Ma le informazioni circolate non sono solo cronaca dei fatti, ci sono particolari relativi a risvolti violenti che la protesta collettiva (unanimemente riconosciuta come sentita e pacifica) ha generato. Inizialmente da parte di giornalisti, aspiranti tali e politici con l’ispirazione comunicativa sono cominciate accuse su giornali locali, blog e simili di corporativismo politico, di estremismo e di sfruttare i temi di protesta per affermare idee assolutiste e antisociali. Tali argomentazioni sono poi sfociate nella diffamazione e nell’ingiuria nel commentare episodi in cui mai gli scriventi erano presenti o ben informati sui fatti.

Dopo il 24 di Settembre del 2010, la questione Terzigno è passata ad essere un vero e proprio movimento di massa, che ha portato a scendere in strada migliaia di persone, in maniera autonoma, in aggregazioni che facevano riferimento ai movimenti e anche sulle ali di azioni eclatanti promosse dalle amministrazioni locali; in alcune occasioni si sono registrati disordini, in particolare due occasioni hanno visto atti di teppismo contro autocompattatori di rifiuti e in diverse occasioni ci sono stati diverbi con le forze dell’ordine che impedivano alla gente di recarsi liberamente verso il sito discarica per la protesta, in queste ultime si sono avute spesso reazioni violente dei cordoni antisommossa tendenti a disperdere i cittadini anche con atti decisi, documentati da giornalisti e televisioni. Dopo tali avvenimenti sono cominciate a comparire questo tipo di dichiarazioni mezzo stampa:

24.9 Il questore: camorra e gruppi anarchico-insurrezionali dietro la protesta. La camorra «in primis», ma anche gruppi anarchico-insurrezionali o dell’area dell’antagonismo, secondo il questore di Napoli, Santi Giuffrè

27.9 Giuffrè ha spiegato anche che le indagini sulle cause dell’emergenza e sugli scontri di Terzigno proseguono su un doppio binario: «Quello delle infiltrazioni della criminalità organizzata, che sembrano più forti a Napoli, e quello delle infiltrazioni di elementi dei centri sociali che si stanno verificando nei luoghi della discarica».

27.9 Sulle recenti vicende accadute nel Comune di Terzigno, il presidente Caldoro aggiunge: «C’e stata addirittura un’aggressione e anche qualche indagato, con il sospetto che dietro questi fatti ci sia anche la malavita organizzata».

29.9 Non e’ la camorra ad orchestrare la protesta dei rifiuti nel Vesuviano, ”lo ha escluso anche il Procuratore di Napoli, Lepore: piuttosto ci sono certamente elementi dei centri sociali infiltrati fra la gente che protesta”. Lo ha detto il Presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, intervenuto a ‘Mattino 5′. ”C’e’ tutta la volonta’ da parte della Provincia di risolvere la questione’

30.9 “Quanto accaduto a Terzigno, stando agli atti della prefettura di Napoli è particolarmente grave e c’è il forte sospetto che ci siano infiltrazioni della camorra dietro le proteste organizzate”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, al question time, in merito alle iniziative per ripristinare la regolarità del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nella regione Campania

Le gravissime accuse da parte della prefettura, delle amministrazioni locali, di importantissime cariche politiche dello stato non hanno ad oggi nessun corrispettivo per quanto concerne le indagini delle forze dell’ordine sugli avvenimenti. Riferimenti velati verso “gruppi insurrezionalisti” “anarchici estremisti” “camorristi antimunnezza” rivestono però un gravissimo atto di accusa, verso un gruppo di persone che sta facendo della propria battaglia per la legalità, per la salute pubblica, per il futuro delle proprie terre e delle proprie famiglie ragione di lotta culturale e passionale. In virtù del fatto che le variabili in gioco sono limitate e davanti agli occhi di tutti. Se qualcuno ha il bisogno di cercare capri espiatori, di strumentalizzare importanti questioni o di imbastire specchietti per le allodole (quelle che son rimaste e non fagocitate dai gabbiani) è invitato a chiamare in causa facendo nomi. Il “Movimento difesa del territorio area vesuviana – Collettivo area vesuviana” nella sua eterogeneità è composto da cittadini impegnati alla ricerca di un riscatto culturale, per un popolo annichilito da decenni di torpore e mala amministrazione. Ma è composto da persone per bene, spinto da una protesta sana e profonda. Ed è ignobile sentirsi strumentalizzati con pressapochismo, con accuse superficiali e ridicole. Mai il movimento è stato impegnato in atti violenti, mai si sono avuti scontri, mai si sono organizzate azioni illecite, mai in nessun caso si è avuta una azione comune tendente a fomentare comportamenti “estremi” da parte di chiunque si sia unito alla protesta. Le intimidazioni mediatiche, gli strani messaggi provenienti  da indagini in corso su gruppi organizzati e le illazioni giornalistiche impongono una attenta riflessione e la necessità di cautelarsi nelle opportune sedi.

Movimento difesa del territorio area vesuviana

Collettivo area vesuviana

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