Tante e troppe le emergenze che i comuni del vesuviano hanno dovuto affrontare in questi ultimi mesi. In primis l’emergenza rifiuti, una questione tutt’altro che risolta; basterebbe farsi un giro in Via Contrada Castelluccio, fra San Sebastiano ed Ercolano, oppure in Via Cimitero, fra Massa di Somma e Pollena Trocchia, o meglio ancora bisognerebbe chiedersi come mai al di sotto della Ss162 in Ponticelli (Via Dorando Pietri) vi sia ancora quelle tonnellate di rifiuti di vario genere.
Altra legge altro intoppo, ora l’attenzione di tutti si sposta sul tema della scuola e su come la riforma nazionale abbia influito negativamente sulla realtà dei piccoli comuni. Scommettiamo che fra qualche mese la nostra attenzione verrà rivolta alla crisi della sanità e al “dovuto” pagamento delle prestazioni ambulatoriali? Logicamente non essendo noi dei veggenti, bensì dei giornalisti ci limitiamo a documentare quanto oggi accade.
Ebbene fino a poco tempo fa, la scuola primaria, quella dell’infanzia e quella media inferiore di Massa di Somma contavano insieme una forza lavoro pari a 8 collaboratori scolastici. Di questi 8 collaboratori 4 erano assunti a tempo determinato e 4 erano precari. Essendo gli edifici scolastici dati da due piani, ogni collaboratore (per intenderci ogni “bidello”) occupava un piano; l’aggiunta di due dava la certezza che in caso di malattia improvvisa si potesse sostituire il collaboratore senza che le aule a lui assegnate restassero scoperte.
La legge Nazionale prevede però che il 50% del personale, ovvero i 4 lavoratori precari, vengano lasciati a casa entro il 15 Ottobre, così che dopo tale data l’Amministrazione si troverà costretta a ripartire 4 collaboratori nei 6 piani degli edifici scolastici comunali; e se questo non bastasse il numero dei collaboratori potrebbe scendere a due. Quanto detto ci è stato riferito di persona dal Sindaco di Massa di Somma, Antonio Zeno, che ha cercato in qualche modo di rimediare a questo disservizio: «È uno scenario raccapricciante spiega il dott. Zeno i nostri figli rischiano di non poter andare a scuola per mancanza del personale. Quello che l’Amministrazione può fare è per il momento coprire questi posti vacanti con persone di fiducia del Comune, sottraendo gli operatori addetti al sostegno dei meno abili per coprire questo servizio. Ciò è indecoroso; la nostra manovra è volta ad evitare che una delle scuole pubbliche (la scuola d’infanzia) resti chiusa un giorno si ed uno no. I collaboratori scolastici svolgono un ruolo primario che non può essere soppiantato».
Inoltre il Sindaco Zeno si lascia andare in uno sfogo: «Questa Regione è fallita, in meno di 48 ore come Sindaco della mia cittadina ho partecipato ad un tavolo tecnico per l’emergenza rifiuti, ad un tavolo per la crisi sanitaria regionale e ad una conferenza per quest’emergenza nei plessi scolastici».
Armando Madeo