Altra legge altro intoppo, ora l’attenzione di tutti si sposta sul tema della scuola e su come la riforma nazionale abbia influito negativamente sulla realtà dei piccoli comuni. Scommettiamo che fra qualche mese la nostra attenzione verrà rivolta alla crisi della sanità e al “dovuto” pagamento delle prestazioni ambulatoriali? Logicamente non essendo noi dei veggenti, bensì dei giornalisti ci limitiamo a documentare quanto oggi accade.
Ebbene fino a poco tempo fa, la scuola primaria, quella dell’infanzia e quella media inferiore di Massa di Somma contavano insieme una forza lavoro pari a 8 collaboratori scolastici. Di questi 8 collaboratori 4 erano assunti a tempo determinato e 4 erano precari. Essendo gli edifici scolastici dati da due piani, ogni collaboratore (per intenderci ogni “bidello”) occupava un piano; l’aggiunta di due dava la certezza che in caso di malattia improvvisa si potesse sostituire il collaboratore senza che le aule a lui assegnate restassero scoperte.
La legge Nazionale prevede però che il 50% del personale, ovvero i 4 lavoratori precari, vengano lasciati a casa entro il 15 Ottobre, così che dopo tale data l’Amministrazione si troverà costretta a ripartire 4 collaboratori nei 6 piani degli edifici scolastici comunali; e se questo non bastasse il numero dei collaboratori potrebbe scendere a due. Quanto detto ci è stato riferito di persona dal Sindaco di Massa di Somma, Antonio Zeno, che ha cercato in qualche modo di rimediare a questo disservizio: «È uno scenario raccapricciante spiega il dott. Zeno i nostri figli rischiano di non poter andare a scuola per mancanza del personale. Quello che l’Amministrazione può fare è per il momento coprire questi posti vacanti con persone di fiducia del Comune, sottraendo gli operatori addetti al sostegno dei meno abili per coprire questo servizio. Ciò è indecoroso; la nostra manovra è volta ad evitare che una delle scuole pubbliche (la scuola d’infanzia) resti chiusa un giorno si ed uno no. I collaboratori scolastici svolgono un ruolo primario che non può essere soppiantato».
Inoltre il Sindaco Zeno si lascia andare in uno sfogo: «Questa Regione è fallita, in meno di 48 ore come Sindaco della mia cittadina ho partecipato ad un tavolo tecnico per l’emergenza rifiuti, ad un tavolo per la crisi sanitaria regionale e ad una conferenza per quest’emergenza nei plessi scolastici».
Armando Madeo