«Il degrado e lo scempio negli Scavi di Pompei non sono nascosti, ma ben visibili. E per constatare lo stato in cui versano, basta fare un giro da semplici turisti, anche un po’ pigri, nei luoghi più frequentati e visitati». Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio Patrimonio Culturale nonché editorialista de Il Gazzettino Vesuviano, ha condotto gli inviati del Corriere in giro per gli Scavi, in un tour già effettuato nei mesi scorsi anche in nostra compagnia. Lo scenario che si presenta non ha bisogno di particolari descrizioni. Il Tempio di Apollo è uno degli edifici più belli degli scavi, aperto al pubblico ma assolutamente non in sicurezza. Intonaci e colonne possono sgretolarsi e cadere in ogni momento. È in pericolo l’incolumità dei visitatori. Inoltre, esiste un deposito, dove prima sorgevano i granai, nel quale sono custoditi centinaia di reperti che non sono mai stati collocati nei musei. Tante domus, nonostante siano segnalate in cartine e guide, risultano chiuse per lavori e non si sa se e quando saranno riaperte. Infine, il giro da “turisti pigri” non può che terminare al “nuovo” Teatro Grande. «Le uniche parti originali sono ben visibili – ha spiegato Irlando – e sono in marmo bianco. Le gradinate sono state rifatte “ex novo” in tufo di moderna fattura, rendendolo un vero e proprio teatro da “villaggio turistico”».
Dario Sautto