“Il Vesuvio non è in vendita”. È il commento del Capogruppo PD alla Provincia di Napoli che è anche Presidente dei Sindaci del Parco del Vesuvio.
Se e quando Berlusconi verrà a Terzigno – prosegue Capasso – sappia che il Vesuvio non è in vendita.
Il Premier ha annunciato che il Ministro Tremonti potrebbe trovare i fondi promessi e mai arrivati ai Comuni per risarcirli della presenza della discarica SARI.
Non è questione di soldi – spiega Capasso – l’Ambiente e la Salute non sono beni negoziabili e i Comuni non potranno mai accettare di barattarli con i soldi annunciati dal Premier.
Su Terzigno si sta scrivendo una pagina di rara ipocrisia istituzionale.
Grazie alla civilissima protesta delle scolaresche vesuviane che hanno inviato i loro temi a Berlusconi per spiegare l’incompatibilità di una discarica con un Parco Nazionale, l’apertura di Cava Vitiello potrà essere evitata, ma il Governo nazionale, Regione e Provincia pensano di raddoppiare la capienza della cava SARI.
Si tratta di un rimedio peggiore del male, perché la discarica Sari, come confermano gli stessi tecnici della Protezione Civile non può accogliere un grammo di rifiuti in più del previsto e perché l’eventuale sciagurato allargamento inonderebbe di miasmi l’intero comprensorio vesuviano.
È indispensabile – conclude Capasso – rimuovere il vincolo della provincializzazione dei rifiuti prodotti in provincia di Napoli debbano restare qui. Il problema dei rifiuti non può che essere affrontato e risolto in ambito regionale.
La Provincia di Napoli è la più piccola e urbanizzata delle 5 Province campane. E, se si eccettuano le isole, la Penisola Sorrentina e i Campi Flegrei non ci sono più aree libere dai rifiuti.
La scelta di gettare i rifiuti nel Parco del Vesuvio è stata ed è una decisione scellerata.
È come se a New York decidessero che i rifiuti prodotti debbano restare nell’isola di MANAHATTAN. L’unico luogo atto a contenerli sarebbe CENTRAL PARK.
Così è stato fatto a Napoli, trasformando il Vesuvio da simbolo dell’Italia nel mondo a montagna di monnezza.