Lo scoramento e la rabbia tra archeologia e monnezza

Se Angela e Maddalena, due delle “mamme vulcaniche” che da diverse settimane, con dignità e orgoglio, stanno lottando e pregando, con tante altre donne generose ma arrabbiate, per evitare che una seconda discarica a Terzigno avveleni  il futuro dei propri figli e dell’intera area vesuviana, avessero sentito il Ministro per la cultura, Sandro Bondi, dichiarare, nei giorni scorsi, di aver provato “grande scoramento” per un editoriale di Sergio Rizzo sulla prima pagina del Corriere della Sera dal titolo “L’umiliazione di Pompei”, riferita alla conservazione e alla gestione degli scavi archeologici, forse non l’avrebbero presa molto bene.

Questa la causa della nuova condizione psicologica del Ministro, spiegata non con un bollettino medico ma con una stizzita dichiarazione: “è una stampa che, invece di stigmatizzare giustamente chi si comporta male e di incoraggiare anche con le critiche chi è sulla buona strada, ha detto Bondi, ignora le buone opere, capovolge la verità, diffonde e alimenta un’immagine negativa, in Italia e soprattutto nel mondo, di ciò che siamo e di ciò che cerchiamo di fare che è l’esatto opposto della realtà”.

A spiegare meglio fatti e circostanze del malessere del Ministro, ci pensa l’ex sottosegretario alle Finanze, Nicola Cosentino, secondo cui “non vi è nulla di più falso e scorretto del sostenere che gli scavi di Pompei sono in una situazione di abbandono e degrado e che il ministro Sandro Bondi ha operato in maniera maldestra e superficiale”.

Avranno pensato Angela e Maddalena che per loro non vi è speranza di resistere alla lotta dall’esito incerto, nonostante il premier abbia promesso di occuparsene, se un ministro viene colpito da “scoramento” per il solo fatto che un giornalista autorevole si sia permesso di articolare una riflessione critica su alcuni aspetti, come la conservazione e il degrado degli scavi archeologici di Pompei.

Sembra, dunque, che il futuro degli scavi e quello della monnezza nei nostri territori, sono saldamente  aggregati, perché entrambi i problemi non sono più nascosti.  Nessuno può più nasconderli alle coscienze dei cittadini, facendo finta di niente, proponendo “effetti multisensoriali” e dichiarazioni di “miracolo avvenuto”.

I nostri gravi problemi li conosce il mondo intero grazie  alle tante “mamme vulcaniche” e a tantissimi cittadini che provano certamente scoramento ma non lo alimentano con altrettanta rassegnazione,  perché danno uno sbocco costruttivo alla rabbia nell’impegno civile e grazie anche a giornalisti come Sergio Rizzo e tanti altri attenti e puntuali narratori della realtà che, dallo scoramento e dalla rabbia provocata dal triste racconto quotidiano delle nefandezze e delle inefficienze di amministratori pubblici, trovano energie e motivazioni per spiegare e denunziare i mali che deturpano il bene comune.

Chi si scandalizza di fronte ad iniziative di conoscenza civile e giornalistica, definendole “distruttive e faziose”, non contribuisce a costruire un buon futuro che si alimenta anche con azioni solidali di impegno civile contro le ingiustizie e di buone pratiche amministrative di conservazione e gestione del bene comune.

Antonio Irlando

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